Tassa sulle bibite gassate: come potrebbe essere in Italia

Una tassa sulle bibite gassate e zuccherate introdotta in Italia? Ecco come potrebbe funzionare

Tassa sulle bibite gassate: come potrebbe essere in Italia

Il Governo sarebbe intenzionato a tassare le bibite gassate e zuccherate. Nel mirino finirebbero i soft drink e le bibite con più di 5 grammi di zucchero ogni 10 centilitri.

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Ribattezzata “sugar tax” sulla Coca Cola, la misura è contenuta in un emendamento alla legge di bilancio, primo firmatario Carla Ruocco (M5S). I proventi della nuova tassa servirebbero a finanziare un’altra proposta di legge: l’esclusione dalle piccole partite IVA dal pagamento dell’IRAP.

Assobibite, l’associazione dei produttori di bevande attacca lamentando un approccio “che penalizza in consumatori, con inevitabili ricadute su occupazione e investimenti”.

In realtà, una tassa sulle bevande analcoliche zuccherate e i succhi di frutta, non sarebbe un’esclusiva italiana. Da aprile scorso esiste per esempio nel Regno Unito, con un meccanismo a doppia fascia:

– 18 pence al litro per le bibite con oltre 5 grammi di zucchero per ogni 100 millilitri;
– 24 pence al litro per le bibite con oltre 8 grammi di zucchero per ogni 100 millilitri.

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In Gran Bretagna, la tassa è stata introdotta per disincentivare il consumo delle bibite gassate e zuccherate, non tanto per trovare coperture per nuove agevolazioni fiscali, con risultati incoraggianti.

Prima ancora dell’entrata in vigore della legge, il consumo è calato circa del 50%. I produttori infatti, per evitare il pagamento della nuova tassa, hanno ridotto il contenuto di zucchero delle loro bevende.

[Crediti | Cnn Money]