The World’s 50 Best Restaurants 2025: esce la classifica 51-100, come è messa l’Italia

Sono state svelate le posizioni 100-51 della World's 50 Best: com'è andata per l'Italia?

The World’s 50 Best Restaurants 2025: esce la classifica 51-100, come è messa l’Italia

La data fatidica del 19 di giugno, in cui Torino sarà cuore del fine dining mondiale ospitando la presentazione della The World’s 50 Best Restaurants 2025 si avvicina inesorabilmente e, come è ormai tradizione, il percorso di avvicinamento alla cerimonia mantiene alto l’hype presentando in anteprima le posizioni dalla 100 alla 51.

Una prima parte di classifica che offre già qualche spunto di riflessione per l’Italia, anche in vista del suo ruolo di paese ospitante.

Chi entra e chi, forse, esce

Jessica Rosval

Nella metà bassa della top 100 dell’anno scorso avevamo trovato Norbert Niederkofler, fresco della storica performance per cui si era visto attribuire 3 stelle Michelin in un colpo solo per il suo Atelier Moessmer, e un Massimiliano Alajmo in discesa di nove posizioni.

Svelate la posizioni 100-51 della World’s 50 Best Restaurants: la new entry più alta è italiana Svelate la posizioni 100-51 della World’s 50 Best Restaurants: la new entry più alta è italiana

Scaramanzie a parte, è lecito immaginare che li rivedremo nella top 50, o almeno così ci auguriamo. La vera novità è la presenza di Gatto Verde, locale della “Francescana Family” di Massimo Bottura dedicato alla cucina alla brace, in cui officia un talento fulgido come quello di Jessica Rosval.

Insomma, il Massimo nazionale, ora che la sua Osteria Francescana è ufficialmente “pensionata” nella hall of fame di 50 best insieme agli altri primi classificati, ha trovato un modo di fare comunque capolino in classifica.

Il ruolo delle PR

50 best restaurants las vegas

E a questo proposito, prima che qualche malelingua provi ad aizzare delle polemiche, è giusto ricordare un po’ di cose.

La World’s 50 Best Restaurants non ha ispettori veri e propri, come la sua nemesi rossa, né ha criteri di ingresso: la selezione si basa sui voti di una academy di 1,120 esperti gastronomici, tra cui vari addetti ai lavori, e buona parte del lavoro gira intorno alle relazioni. Chi sa come gestire bene le PR ha ovviamente più possibilità di ricevere le visite dei decisori della 50 Best, e va da sé che un’azione coordinata da parte di un’associazione sia molto più efficace del lavoro di un singolo, per quanto talentuoso.

Dietro le quinte della World’s 50 Best Restaurants 2025 di Torino, la scommessa di Alberto Cirio Dietro le quinte della World’s 50 Best Restaurants 2025 di Torino, la scommessa di Alberto Cirio

Nulla di losco, ci mancherebbe: funziona così, e in diverse occasioni abbiamo auspicato che il nostro fine dining facesse sistema proprio per guadagnare appeal a livello internazionale.

E così, in qualche modo, è stato: in Piemonte si è mosso, supportato dal presidente di Regione Alberto Cirio, un consorzio promotore, formato da Federico Ceretto, imprenditore del vino e anche proprietario del Piazza Duomo di Enrico Crippa, Massimo Bottura e Roberta Garibaldi, riuscendo a portare a casa la candidatura sopravvivendo anche a un piccolo cataclisma come quello fritto misto gate, che ha rischiato di minare la credibilità dell’operazione.

Come sarà la prima The World’s 50 Best Restaurants italiana: intervista a William Drew Come sarà la prima The World’s 50 Best Restaurants italiana: intervista a William Drew

Bisognerà quindi aspettarsi performance stellari dagli chef italiani? Non è detto: non sappiamo come i vari Romito, Camanini o Uliassi si siano mossi dietro le quinte, e se la classifica è il frutto del lavoro di un anno, dopo che la capitale sabauda verrà invasa da gourmet internazionali in occasione della cerimonia, forse sarà meglio portare al 2026 l’orizzonte delle aspettative.

Anche la presenza di uno spin-off di Massimo Bottura non deve sorprendere. Quando abbiamo avuto modo di intervistare William Drew, Director of Content della The World’s 50 Best Restaurants, abbiamo posto direttamente la domanda sull’effettiva utilità di una hall of fame che impedisca a chi si è già classificato primo di ripetere l’impresa, e lui stesso ha ammesso candidamente: “un Massimo Bottura o un Mauro Colagreco possono continuare a far parte della competizione con le loro altre aperture”. Detto, fatto.