Tonno in scatola al botulino: i chiarimenti dell’azienda produttrice

Vi ricordate del tonno in scatola richiamato per rischio Botulino? Ebbene, l'azienda produttrice ha fornito dei chiarimenti in merito alla vicenda.

Tonno in scatola al botulino: i chiarimenti dell’azienda produttrice

Qualche giorno fa abbiamo parlato del ritiro del tonno in scatola a causa del rischio Botulino: adesso l’azienda produttrice ha fornito alcuni chiarimenti in merito. Pare si sia trattato, infatti, di una singola scatoletta, oltretutto aperta e maneggiata prima che le analisi venissero fatte. Ma andiamo con ordine.

Il 10 agosto la catena di supermercati DIA aveva richiamato 3.420 lattine di tonno nella confezione da 900 grammi a marchio DIA in quanto a rischio di contaminazione con tossina botulinica. L’allerta era partita dalla Spagna: qui erano stati registrati alcuni casi di intossicazione dopo aver consumato un’insalata russa in cui era stato utilizzato il tonno in questione. Il lotto interessato al richiamo era il 19/154 023 02587 con data di consumo consigliato del 31/12/2022.

Adesso, invece, arrivano i chiarimenti dell’azienda produttrice. Frinsa del Noroeste, infatti, ha spiegato che:

  • il problema pare essere limitato a una sola lattina, aperta e maneggiata prima delle analisi. Tutti i controlli fatti sugli altri campioni del medesimo lotto hanno dato esito negativo, cosa confermata anche dall’unità locale sanitaria della Giunta della Galizia
  • l’azienda augura un pronto recupero a tutte e quattro le persone colpite dall’intossicazione alimentare
  • azienda e autorità sanitarie hanno collaborato strettamente fin dall’inizio
  • l’azienda applica nei propri stabilimenti controlli di qualità rigidi anche per quanto riguarda la sicurezza alimentare, rispettando la normativa vigente richiesta dall’Autorità Sanitaria (la precisazione è stata d’obbligo perché all’inizio si temeva che la contaminazione potesse essere avvenuta in fase di produzione)
  • Frinsa del Noroeste garantisce così la salubrità dei prodotti ben oltre quanto richiesto dalle norme alimentari
  • l’Amministrazione Pubblica ha certificato l’idoneità dei processi di lavorazione usati dall’azienda