Un’app basata sull’AI al posto del nutrizionista: c’è da preoccuparsi?

Gli esperti mettono in guardia dalle app basate sull'AI utilizzate al posto del nutrizionista: non c'è da fidarsi molto

Un’app basata sull’AI al posto del nutrizionista: c’è da preoccuparsi?

Gli esperti mettono in guardia dall’eccessivo utilizzo di app basate sull’AI per il conteggio delle calorie e usate al posto di un nutrizionista: potrebbero non essere poi così sicure come si pensa. Questo perché, se è vero che un’app del genere possa calcolare più precisamente quante calorie stiamo effettivamente mettendo nel piatto, è anche vero che le competenze umane rimangono un fattore essenziale in tali ambiti. Certo, l’intelligenza artificiale può aiutare, ma non sostituire le persone.

Un’AI come nutrizionista? Anche no, grazie

nutrizionista

Stanno spuntando fuori come funghi app basate sull’intelligenza artificiale che promettono di essere d’aiuto nel monitoraggio e nel tutoraggio, anche in campo alimentare. Per esempio HealthifyMe, azienda con sede in India, offre un’app dotata di funzione Snap che, secondo loro, riesce a tenere traccia delle calorie e dei macronutrienti nel cibo solamente in base a ciò che è presente nelle foto.

Ma c’è di più: l’app propone anche un assistente sanitario personale, basato ovviamente sull’AI, di nome Ria che aiuta le persone a decidere cosa mangiare a pranzo o quale tipo di allenamento fare.

Anche ChatGPT pare che possa svolgere un ruolo analogo, mentre il frigorifero Flex a quattro porte Bespoke di Samsung è dotato di una AI Family Hub+1 che, tramite una fotocamera, riesce a riconoscere i prodotti alimentari freschi, inserendoli in un inventario degli alimenti disponibili sui suoi ripiani e arriva persino a suggerire ricette con gli ingredienti disponibili, basandosi sulle esigenze nutrizionali.

L’intelligenza artificiale ci salverà dalle frodi sul vino L’intelligenza artificiale ci salverà dalle frodi sul vino

Molto interessante, ma ne riparliamo quando la suddetta AI andrà anche a farmi la spesa e si metterà a cucinare e riordinare. Tornando seri, Alexandra Cowrwin, dietista e nutrizionista presso il Core Nutrition di Westchester, ha sottolineato che, se effettivamente queste AI potessero svolgere i loro compiti in maniera accurata, potrebbero dimostrarsi utili in quanto la aiuterebbero a capire le esatte porzioni presenti nei piatti e cosa c’è in quel cibo. Anche perché dalle foto mostrate dai pazienti, è difficile stabilire esattamente quali siano le dimensioni delle porzioni. Ma un’AI potrebbe essere utile in tal senso.

Tuttavia un’AI non può sostituirsi a un professionista. Questo perché, per esempio, l’intelligenza artificiale non riesce a gestire le persone che necessitano di regimi alimentari particolari o che soffrono di particolari problemi digestivi, come la celiachia o la sindrome del colon irritabile. Inoltre chi soffre di determinate patologie metaboliche, fra cui anche il diabete o la sindrome metabolica, potrebbe necessitare di determinati farmaci che un’AI non potrebbe gestire.

Quindi ok all’aiuto dato dall’AI, ma non alla sostituzione totale delle competenze dell’essere umano.