Venezia: Caffè Florian riduce l’orario di apertura a causa del Coronavirus

A Venezia il Caffè Florian ha deciso di ridurre l'orario di apertura a causa del Coronavirus. Motivo? Riuscire a garantire gli stipendi a dipendenti e staff.

Venezia: Caffè Florian riduce l’orario di apertura a causa del Coronavirus

A Venezia anche il Caffè Florian ha deciso di ridurre l’orario di apertura a causa del Coronavirus. Il motivo? Semplice: cercare di garantire lo stipendio a dipendenti e staff. Il nuovo orario temporaneo del Florian sarà dal lunedì al giovedì dalle ore 12 alle ore 19 e dal venerdì alla domenica dalle ore 10 alle ore 20.

Il 4 marzo all’ingresso del Caffè Florian è comparso il cartello che informa i clienti dei nuovi orari da rispettare. Una posizione intermedia fra l’aperitivo in Piazza San Marco per far ripartire l’economia e la sfuriata del virologo Roberto Burioni che ribadisce che tutti debbano rimanere a casa e non andare a fare spritz in piazza. E questo nonostante Claudio Vernier, titolare del Todaro, abbia spiegato di aver progettato questa iniziativa rispettando le disposizioni: drink all’aperto e distanza fra i tavolini.

Per quanto riguarda il Florian, a spiegare il perché di questa decisione è stata Cristiana Rivolta, responsabile del marketing. Per evitare misure drastiche, il Florian ha deciso di ristrutturarsi per garantire continuità a dipendenti e staff. Per questo motivo, insieme agli 80 dipendenti, è stata concordata questa strategia. Tutti i dipendenti e lo staff lavorano da anni al Florian e hanno un forte legame con l’azienda. L’adesione all’iniziativa dell’aperitivo vuol essere un messaggio di positività.

Il Florian ha scelto un sistema più soft per cercare di contenere i costi e le perdite. Ma ci sono metodi anche più drastici come la non assunzione dei lavoratori stagionali. O il dimezzamento dei lavoratori. Questa, per esempio, è la scelta fatta da Vernier: dalle 8.30 alle 19 ci saranno solamente otto persone e non le solite sedici. Inoltre ha adottato la tecnica dello smaltimento delle ferie arretrate e dei permessi.

Vernier ammette che non è giusto, ma è anche l’unico sistema per cercare di garantire a tutti lo stipendio pieno a marzo. E lancia una frecciata: bisognerebbe avere accesso subito alla cassa integrazione in deroga.