Adagio di McDonald’s, un tamarrerrimo remix del nulla

So bene che nessuno mi obbliga a intrattenere relazioni stabili con McDo, ma volete mettere la soddisfazione di scrivere che McItaly Adagio, il secondo McMarchesi, nel senso di secondo panino con griffe del riverito Maestro Gualtiero Marchesi dopo Vivace, disponibile nei McDonald’s nazionali da ieri, è la cosa più mal fatta, canaglia e avvilente mai vista! Almeno, queste erano le intenzioni. Ma Dissapore che scrive per partito preso dopo aver diffusamente chiarito come la pensa sul “tradimento” di Marchesi e tutto l’hype che c’è attorno, rischia di essere più noioso del Tedio Evo.

Per cui vi dirò le cose come sono.

Al netto della fascinazione da ex-teenager anni ’80 cresciuto nel mito della nostrana Burghy (per i primi 10 minuti sono stato assediato dalle coscione delle sfitinzie del Drive In e altri pruriginosi ricordi tipo l’esatta citazione di Enzo Braschi, paninaro ante-litteram: “questo fast food è trooooooppo giusto per spararmi un paninazzo e smerigliare la gargarozza”), Adagio è un tamarrerrimo remix del nulla. Non voglio infierire, beninteso, questo mi è sembrato. Roba che gioca nella stessa categoria di un CBO o di un McWrap, gli altri buzzurri panozzi di McDonald’s.

Non che mi aspettassi altro, ma forse ieri sera chi mi ha preparato l’Adagio si sentiva in colpa per appropriazione indebita del Made in Italy, nonsò.

La fidanza giura che all’uscita, ormai in completo trasnfer, mi ha di nuovo sentito quotare Braschi: “Troooooppo scarso… non me lo meritavo… Uald Bois Uald Bois!

[Crediti | Link: Dissapore, immagini: Andrea Soban]