Slow Food e il chilometro zero sono di destra (forse anche gli Inti Illimani)

Il chilometro zero è di destra, ha (praticamente) scritto Antonio Pascale sul Corriere di domenica, prendendo spunto da una frase di Ascanio Celestini, regista, e, a seconda dei punti di vista: maître a penser della nuova sinistra o sopravvalutata fuffa radical-chic. La frase: “Ma le sembra sensato che io abbia comprato in Trentino delle mele che venivano dal Cile? Vuol dire che c’è un contadino sottopagato dall’altra parte del mondo che muore di fame”.

Per confutare la teoria, Pascale, casertano, 46 anni, agronomo, blogger giornalista e scrittore (descrizione meno formale: bello e maledetto della letteratura chic poco allineata) usa questi argomenti.

— Inti Illimani. Ho passato l’adolescenza ad ascoltare gli Inti Illimani, esiliati dal Cile dopo il golpe del 1973. Ero così contento che girassero il mondo. Non pensavo che l’arte dovesse essere a chilometro zero. Se qualcuno inviterà Celestini in Cile nessuno dirà: ma perché andare a vedere il suo spettacolo quando in Cile abbiamo un eccellente movimento teatrale?”

— Destra. Trent’anni fa a destra c’erano sentimenti immobili e non contestabili quali mito e tradizioni locali.

— Sinistra. A sinistra sentimenti di inquietudine e di curiosità. Un concetto come l’autarchia era nel bagaglio della destra, ora, invece, idee di derivazione aurtarchica come il chilometro zero sono diffusi da movimenti di sinistra come Slow Food.

— Lo stesso chilometro zero. Un paradosso. Dannoso solo quando riguarda gli altri. Si tratta di attenzione alla sostenibilità o egoismo e protezionismo?

Ora, a parte che spostare improvvisamente dall’altra parte il chilometro zero rappresenta una visione intellettualmente così ardita da farmi sentire non all’altezza della discussione, ma voi — per non sembrare un popolo di fabiofazi travestiti da vittoriosgarbi — mi dite se incoraggiando sostenibilità e mangiare locale, Slow Food è davvero autarchica e di destra?

[Crediti | Link: Il Post, Dissapore, Wikipedia. Immagini: 21Food, Corriere La Lettura, via Il Club di Papillon]