Come sono le Fisarmoniche Mulino Bianco: Prova d’assaggio

Recensione delle Fisarmoniche Mulino Bianco, novità di casa Barilla che promette salubrità e condivisione. La nostra Prova d'assaggio completa di ingredienti, prezzo, profilo sensoriale.

Come sono le Fisarmoniche Mulino Bianco: Prova d’assaggio

Si chiamano Fisarmoniche, sono pesante per essere inzuppate in tazze e tazzine e sono la novità “avanguardista” sfornata da Mulino Bianco, dopo “un percorso virtuoso di competenze, expertise, tecnologia e professionalità” che ha visto impegnati R&D e marketing aziendali del marchio di casa Barilla.

Peculiarità di questa merenda farcita la particolare struttura, che la renderebbe perfetta per l’eventuale “inzuppo” in diversi formati di tazze, comprese le tazzine da caffè. Un chiaro intento dell’azienda per intercettare anche un pubblico più adulto.

Così, tra scaffali zeppi di prodotti “senza”, light, integrali e proteici, ecco lo snack dolce che promette di rivoluzionare il nostro modo di fare colazione. Meno zucchero (-35% rispetto alle merendine più vendute, indica la confezione), lievito madre, 8 cereali, crema al cacao e malto d’orzo, che fa tanto grezzo e poco raffinato. Naturalmente, neanche l’ombra di additivi conservanti e olio di palma. Insomma, gli elementi del prodotto da supermercato contemporaneo ci sono tutti e pure di più. Potevamo non dedicargli una prova d’assaggio?

Fisarmoniche: ingredienti e prezzo

fisarmoniche Mulino Bianco

Ingredienti: crema al malto d’orzo e cacao 34,9%* (zucchero, sciroppo di glucosio, burro di cacao, latte fresco pastorizzato alta qualità, acqua, amidi, cacao 0,9%*, fibra vegetale: inulina, estratto di malto d’orzo 0,4%*, sale, aroma), farina di frumento 33,9%*, acqua, zucchero, uova fresche, olio di girasole, lievito madre 1,8%* (grano), farine di cereali 1,8%* [farro 0,4%* (grano), orzo 0,4%*, riso 0,3%*, segale 0,3%*, avena 0,2%*, grano saraceno 0,1%*, grano duro 0,1%*), yogurt (latte), cacao 1,5%*, burro, lievito, emulsionanti: mono e digliceridi degli acidi grassi, nocciole, crusca di grano tenero, glutine di frumento, aromi (latte, soia), sale.

Prezzo: 3,39 per la confezione da 264 grammi contenente 8 merendine.

Fisarmoniche: Profilo sensoriale

mulino bianco fisarmoniche

La struttura di quello che chiamerei genericamente “lievitato” (non direi pan di spagna, nemmeno pan brioche, ricorda più un pane dolce al latte) è soffice, abbastanza umida, alveolata, con parti in cui è percepibile una diversa consistenza al morso, più compatta, dovuta alla formatura della porzione, che parrebbe arrotolata su sé stessa nel lembo superiore. La texture è comunque tutta giocata sulla sofficità, ma ci sono appunto parti in cui si percepisce una diversa ariosità dell’impasto.

Diverse consistenze anche grazie alla farcitura, cremosa e abbastanza generosa. Il tema aromatico è dominato da sentori tostati, di orzo e rimandi al caffè (aroma?), meno caratterizzante invece la nota di cacao. Il naso mi ha ricordato parecchio le Kinder Colazione Più, una sorta di versione millennial tutta curve e Hi-foodtech della granny lanciata ad inizio anni ’80.

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La dolcezza è contenuta per un prodotto evidentemente pensato anche per un pubblico adulto. Del resto la narrazione sul prodotto è giocata parecchio sulla sua struttura “rivoluzionaria“,  che la rende facilmente porzionabile in bocconcini, perfetti per essere inzuppati anche in tazzine da caffè.

mulino bianco fisarmoniche

O almeno questa è la promessa su cui ha puntato il comparto marketing del colosso parmense. La nostra esperienza, dopo diversi tentativi, è quella mostrata in foto. La falda superiore si spezza nel punto in cui c’è meno impasto, alla fine di ogni “rotolino”, ma la parte sottostante segue una diversa strada. Il risultato è un boccone imperfetto. Evidentemente far combaciare i due strati di pasta, sovrapponendoli anche nei punti pensati per creare porzioni più piccole (lo ipotizzo osservando come comunque le due falde si porzionino con tagli netti) è una faccenda complicata a livello industriale.

Poco male, il prodotto resta godibile, è semmai la sua narrazione a lasciarmi perplessa. È che quando leggo che un prodotto è “frutto di un progetto di ricerca e sviluppo lungo 6 anni che unisce design, tecnologia, estetica, innovazione industriale e culturale” mi galvanizzo a tal punto da immaginare esperienze futuribili che Pininfarina scansate. Ecco, non direi sia questo il caso.