Pomodoro: come scegliere passata, salse e pelati al supermercato

Come destreggiarsi allo scaffale della GDO dedicato al pomodoro confezionato per scegliere il meglio (o almeno il meno peggio) tra passate, salse pronte, sughi, pelati e concentrati. Dalla lettura dell'etichetta ai nostri consigli.

Pomodoro: come scegliere passata, salse e pelati al supermercato

Scegliere il pomodoro al supermercato non è proprio una cosa facilissima: dopo il sequestro Petti – quello che, se confermato dalla magistratura, sarebbe la più grande truffa del pomodoro su suolo italiano – è scattata la psicosi e la ricerca del pomodoro migliore, soprattutto per quanto riguarda la passata di pomodoro.

Va da sé che saper distinguere una buona passata di pomodoro richiede qualche competenza specifica: non avendo la possibilità di vedere i pomodori “interi”, dobbiamo saper decifrare l’etichetta a dovere. Ma ciò non significa che servano meno “competenze” per decifrare etichette o saper riconoscere un buon pomodoro pelato, o ancora una buona conserva di pomodorini.

Possiamo dire ad alta voce che è abbastanza superato il concetto secondo il quale soltanto la conserva casalinga è quella degna di nota, anzi. Ci sono pregevoli realtà che sono riuscite ad arrivare in gdo o direttamente nelle vostre case grazie agli shop online. D’altro canto, fa sempre bene fare un ripassino generale di cosa possiamo trovarci di fronte, per non incorrere rischi scegliendo cosa mettere nel carrello.

Pomodoro: cosa c’è sullo scaffale della gdo

Passata di Pomodoro; Supermercato

Inutile dirlo, ma sullo scaffale delle conserve del 2021 c’è praticamente di tutto. Fino a non più di una decina d’anni fa, non era affatto così: erano i grandi marchi ad avere la catena logistica ben organizzata e, quindi, ad accaparrarsi la fila dello scaffale più in ista. Parte della gdo è sensibilmente cambiata, avvicinandosi al desiderio di naturalezza e “fatto in casa” del cliente, proponendo talvolta marchi locali grazie ad una buona selezione da parte del reparto acquisti.

Ed è così che ci ritroviamo uno scaffale variamente composito e, per i più dubbiosi, davvero difficile da decifrare. Ci ritroviamo scatolame e bottiglie primo prezzo, spesso con il brand del supermercato; così come ci ritroviamo selezioni “speciali”, sempre a marchio del supermercato, ma di fascia premium; ancora, non mancano i grandi marchi onnipresenti, storia dell’industria conserviera italiana; negli ultimi tempi, fanno capolino anche le selezioni locali, segno dei tempi che passano.

Come leggere l’etichetta del pomodoro

Passata di Pomodoro; Supermercato

 

 

Imparare a leggere l’etichetta del pomodoro è la cosa più saggia da fare (anche se non l’unica, come vedremo in seguito).

Innanzitutto, dovremo fare molta attenzione allo stabilimento di produzione: talvolta non è parte della società che poi andrà a commercializzare il prodotto e questo può dirci molto. Potrebbe essere un luogo di inscatolamento/imbottigliamento: quindi, potremo trovarci di fronte ad un prodotto fatto per conto terzi, come spesso accade per quelli a marchio dei supermercati (le private label si intende, dalla salsa di pomodoro “brandizzata” Carrefour a quella “Fior Fiore” di Coop)

Così come per l’etichetta della pasta, anche per quanto riguarda l’etichetta dei pomodori c’è bisogno di indicare sia il Paese di coltivazione del pomodoro che il Paese di trasformazione in prodotti (e relativi sottoprodotti) del pomodoro.

Ci sono diversi loghi che possono attestare o meno l’appartenenza del produttore ad un Consorzio oppure che il detto produttore ha conseguito certificazioni di qualità. Può essere presente la certificazione di agricoltura biologica, che può essere rilasciata da da diversi enti.

Se tutti i processi del nostro pomodoro sono stati compiuti in Italia, avremo l’agognata dicitura “Origine del pomodoro: Italia” o ancora “Pomodoro 100% italiano“. Certo, farla franca è semplice, come ci dimostra il caso Petti.

A questo proposito, non dimenticate che internet è un vostro alleato: banale dirlo, ma il mondo del pomodoro ha avuto una rivoluzione dal momento in cui le aziende agricole e le aziende preposte alla trasformazione prima e commercializzazione del pomodoro sono approdate su Internet. Più facile è stato scoprire truffe (ma anche il loro moltiplicarsi), i produttori hanno avuto la possibilità di entrare direttamente nelle case delle persone grazie a shop online spesso rudimentali ma efficaci.

Esistono certamente delle indicazioni univoche per leggere bene l’etichetta: oltre a controllare Paese di origine dell’ingrediente primario e Paese di inscatolamento (che possono anche non coincidere), cercare quante più informazioni possibili in rete è, come abbiamo detto, un modo molto importante per saperne di più sul nostro frutto rosso.

Pomodori pelati

Pelati; supermercatoI pomodori pelati rappresentano una bella parte dell’offerta proposta sullo scaffale. Solitamente, sono pomodori interi pelati immersi in succo di pomodoro oppure filetti di pomodoro in succo di pomodoro. Di solito, i pomodori pelati sono quelli lunghi di tipo Roma, facili da lavorare e abbastanza resistenti da sopportare la bollitura, la pelatura e la messa in scatola. Più difficile trovare buoni filetti di pomodoro, più semplici trovare quelli interi. Preferire sempre etichette che abbiano chiaramente indicati lo stabilimento di produzione e l’azienda che commercializza, in modo tale da poter reperire quante più informazioni possibili e magari scoprire anche altri prodotti dell’azienda produttrice.

Pomodorini

Pomodorini LidlI pomodorini in scatola (o vaso di vetro) rappresentano un’altra fetta dello scaffale pomodoro. Solitamente, sono quelli che hanno il prezzo più alto. Esistono pomodorini da salsa (e in salsa), meno costosi; ma esistono anche pomodorini, come i pizzutelli vesuviani ed altre varianti locali, conservati in acqua e dal prezzo più sostenuto, adatti a ricette più elaborate e saporite.

Passata di pomodoro

Passata di Pomodoro; Supermercato

Il pomo della discordia degli ultimi tempi, la passata di pomodoro. Come abbiamo ampiamente anticipato, è difficile – data la trasformazione del prodotto – identificare al primo colpo quale possa essere una passata di qualità. Pochi spassionati consigli: fidarsi delle aziende locali, magari piccole e con un bel sounding (Internet vi aiuterà, appunto); il colorito del pomodoro può dirci molto, non deve essere acceso e nemmeno troppo chiaro; controllare la lista ingredienti e badare bene se gli unici sono pomodoro, acido citrico (conservante), sale. Diffidate se leggete zuccheri o preparati sintetici riconducibili ad esso.

Concentrati di pomodoro

Difficile trovare un buon concentrato di pomodoro: molto utilizzato per dare colore e sapidità a sughi magari un po’ smorti, per fare il concentrato di pomodoro venduto in tubetti si utilizzano letteralmente tutti gli scarti di produzione del nostro frutto. No, non è un prodotto che al vostro posto compreremmo al supermercato.

Sughi pronti con base pomodoro

I sughi pronti, solitamente, non prevedono un utilizzo di una grande qualità di pomodoro. Gli ingredienti primari spesso sono di qualità medio-bassa (carne, aromi ed altro), addizionati con una grande quantità di sale come conservante. Insomma, bisogna stare molto attenti a scegliere il sugo pronto, se proprio ci teniamo. E dobbiamo tenere ben presente che il pomodoro – sebbene ingrediente principale – spesso non sarà al centro delle attenzioni del produttore.

Pezzettoni di pomodoro (chopped tomatoes)

I pezzettoni di pomodoro, di per sé, non sono un prodotto di grande qualità: diffusi soprattutto per il pubblico estero (altro grande errore: perché mandare all’estero prodotti meno buoni? bah), spesso non vengono utilizzati pomodori di altissima qualità o perfettamente integri per produrli (non è una regola che vale sempre, ma spesso è così). Possiamo catalogarlo tranquillamente nei prodotti di seconda fascia, ma ciò non toglie che – seguendo le regole principali di lettura dell’etichetta – possiate trovare buoni prodotti al caso vostro.