I 5 ristoranti del 2009. Nel bene e nel male

Anche nel 2009 i ristoranti sono stati la nostra ossessione. Ma in quali i reporter di Dissapore si sono trovati meglio? E dove, al contrario, le cose non sono andate come sperato? Segue l’ennesima lista di fine-anno, i 5 ristoranti nel bene e nel male, tra quelli visitati durante il 2009.
BENE
Osteria La Francescana di Modena

1 – Osteria La Francescana, Modena | “Tradizione e innovazione, l’una si nutre dell’altra, sapori nitidi, riconoscibili. In qualsiasi ristorante ci sono piatti che hanno punte di eccellenza e altri che non rimangono scolpiti nella memoria. Le 13 portate del menù “Sensazioni” saranno altrettanti capolavori”. (Maurizio Cortese, 6.10.2009).

2 – Don Alfonso, Sant’Agata sui due golfi (NA) | “Ma sono alla goccia che ha fatto traboccare il vaso, alla scintilla che ha dato fuoco alle micce, al delitto che ha innescato la Prima Guerra Gustosa: arrivano i nastri. Sono pronto al corpo a corpo“. (Maffi & Pagano, 26.05.09)

3 – Arcangelo, Roma | “Invece parlerò della trippa: bianca e soda, vellutata. La trippa in misura colossale, quasi una marea di sapore, una gelatina ricamata al tombolo, quasi un pizzo all’uncinetto. Quasi trasparente, così tremula da raccogliere il sugo setoso e abbracciarlo, guidarlo. Esaltarlo“. (Stefano Caffarri, 8.10.09)

4 – Vissani, Baschi (Terni) | “Vissani è stato una della Case più dispendiose d’Italia, oggi ha uno dei migliori rapporti spesa/benessere in assoluto, e non solo per 1′ora. La sua arte ha raggiunto il rango dello standard: del classico, con la grandezza e con i limiti della classicità“. (Stefano Caffarri, 1.07.09)

5 – Lo Scoglio, Marina di Cantone (Napoli) | “Da allora, per gli spaghetti alla Nerano si perpetua un continuo pellegrinaggio di fedeli devoti alla zucchina locale. Un viavai di barche, dai tipici gozzi sorrentini in legno fino agli yacht di principi e regnanti“. (Maurizio Cortese, 3.08.09)

MALE

La Madonnina del pescatore di Senigallia

1 – La Madonnina del Pescatore, Senigallia | “C’è una sola ragione che ci fa tornare in un ristorante, l’ospitalità, la sensazione di essere accolti, confortati, saziati. Non sono cose che si trovano nel menù ma un bambino di 3 anni lo capirebbe. Purtroppo ai bambini di 3 anni non è permesso gestire un ristorante”. (Massimo Bernardi, 27.05.09)

2 – La Scaletta, Milano | “Basisco di fronte alla nebbiosa banalità delle noci di capesante di balenga cottura, perplimo sugli spaghetti trafilati di fresco alle canocchie, m’annoio sul trancio di branzino vagamente cotolettato, diaccio al silenzio che cala sul tavolo quando lo chef viene a chiedere – ancora – Tuttobène? (Stefano Caffarri, 30.10.09)

3 – La Certosa, Maggiano (Siena) | “L’insalata di alghe, erbe aromatiche e radici, da mangiare con le mani, continua sulla stessa lunghezza d’onda. Faccio fatica a comprenderne il senso“. (Maurizio Cortese, 14.12.09)

4 – Il Papavero, Eboli (Salerno) | “Un vero disastro. Il brodetto stagnante sul fondo del piatto non mi convince già alla vista e tutto il piatto risulterà deludente al punto da non mangiarlo. Credo che sia stata una delle poche volte che ho mandato un piatto indietro,  gesto che mi secca molto fare“. (Maurizio Cortese, 5.11.09)

5 – Alice Ristorante, Milano | “Una Casa progettata fino nei particolari, ma approssimativa nella sostanza: servizio balbettante, con papere degne della Sagra del Polpo di Rocchetta Bacchetta e cucina velleitaria“. (Stefano Caffarri, 14.05.09)