Ne avete provate parecchie. Mele, minestrone, sette giorni, dissociata… Risultati? Ehm, modesti. Ma tanto è già tempo di passare alla nuova dieta che promette di riuscire dove le altre hanno fallito.
E in che modo, di grazia? Partendo da questa tesi.
Ognuno di noi reagisce in maniera diversa a ciò che mangia: chi si sente pesante mangiando pane, chi la verdura e via dicendo. Serve allora una dieta personalizzata, anzi “La dieta su misura”.
Che guarda caso è il titolo del libro appena sfornato da Eran Segal e Eran Elinav, dell’Istituto Weizmann di Israele, per Sperlig & Kupfer. I due, un matematico e un medico microbiota, che studia cioè i batteri presenti nell’intestino umano, si sono chiesti come misurare in modo oggettivo e preciso le nostre reazioni ai cibi più diversi.
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Solo la glicemia, che rivela immediatamente l’effetto del cibo sull’organismo, è un indice affidabile.
Allora hanno testato un campione di 800 individui somministrando loro gli stessi alimenti. Ognuno ha fatto rilevare valori diversi di glicemia. Con risultati spesso inaspettati:
Alcune persone hanno reagito in maniera inattesa ai pomodori, altre invece non hanno avuto picchi glicemici mangiando il gelato, come i due studiosi si sarebbero aspettati.
Capire quali alimenti causano il cosiddetto “picco glicemico” è importante per personalizzare un regime alimentare, perché proprio il repentino innalzamento della glicemia causa la sensazione di fame che porta aumenti di peso.
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Va detto tuttavia che la dieta “personalizzata” non è così immediata: come spiegato nel libro, gli autori raccomandano l’acquisto di un “glucometro”, con cui misurare il livello di glicemia dopo l’assunzione degli alimenti, e di inserire le diverse rilevazioni in apposite tabelle, per evidenziare i cibi “buoni” e quelli “cattivi” per il nostro organismo.
“Abbiamo sviluppato un algoritmo che può elaborare i dati per aiutare le persone a combinare in modo corretto i cibi più adatti”, ha detto Elinav all’agenzia Adn Kronos.
Inoltre, lo stesso alimento può causare reazioni diverse in base al tipo di consumo:
“Ad esempio, il pomodoro mangiato in insalata o sulla pizza dà risposte completamente diverse, quindi si può pensare di cambiare le ricette o scambiare gli ingredienti e cosi via”, ha spiegato Elinav.
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Il punto è che non esiste una filosofia alimentare valida per tutti, non esistono cibi che fanno male o bene a tutti: cioccolato, cavoli, biscotti, banane, caffè. Il libro di Elinav e Segal promette di farvi seguire una dieta che voi stessi avete messo a punto ma grazie a un metodo scientifico.
[Crediti: Androkronos]