8 regole per lavare i piatti (a mano) correttamente

Tutti sappiamo come lavare i piatti a mano, ma siamo sicuri di conoscere davvero tutte le regole igieniche per sanificarli in modo corretto? Eccone 8 da tenere a mente.

8 regole per lavare i piatti (a mano) correttamente

Non fate i saputelli saputelli: questo articolo non vuole istruire su come fare le pulizie in cucina ma ricordare le regole per lavare i piatti a mano perfettamente, ovvero per igienizzarli correttamente, dopo aver cucinato una delle ricette evergreen per la cena.

I suggerimenti su cosa sia meglio tenere sotto il lavello, o su come conservare le uova nel modo giusto, sembravano scontatissimi invece li avete trovati molto interessanti: per questo articolo sarà lo stesso, ci scommetto… perché si fa presto a dire “ho lavato i piatti a mano”, ma quanti di voi possono essere certi di averlo fatto proprio bene?

Prima, lavate il lavandino!

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Su come pulire a fondo il lavandino della cucina ho già scritto, ma aggiungo qui un consiglio: lavatelo non solo dopo aver pulito i piatti, ma anche prima. Il motivo? Evitare che le stoviglie entrino in contatto, da sporche o da pulite, con ulteriore sporcizia che sedimenterebbe nell’acqua e sapone.

Pulite e disinfettate scolaposate e scaffali

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Mettere posate e piatti in sgocciolatoi, scaffali e scola posate sporchi equivale a farsi un trattamento completo di bellezza senza però lavarsi i denti. Tra calcare (che è poroso, e ci si incrosta dentro di tutto), polvere, residui di cibo e unto e residui di sapone, dispense e cassetti infetterebbero all’istante i piatti belli lindi e igienizzati.

Usate detergenti antibatterici

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Prestate attenzione al detergente con cui intendete lavare i piatti: ce ne sono di tutti i tipi in commercio ma consiglierei di optare per quelli antibatterici. Non dico quelli ad uso professionale, ma che almeno dichiari questa specifica caratteristica.

Lasciateli un attimo in ammollo

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Una volta riempito il lavello (tenendo il rubinetto aperto solo per il tempo necessario, mi raccomando!) non iniziate a strofinare subito i piatti: lasciateli un po’ in ammollo, per ammorbidire grasso e incrostazioni di cibo. Impiegherete un attimo, poi, con la spugnetta.

Attenzione alla spugnetta…

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A proposito di spugnette – aiuto: numerose pubblicazioni hanno affermato che la spugnetta per i piatti sia più zozza e infetta persino della tavoletta del water. Il rischio che sia effettivamente così è altissimo, infatti: non la si lava (nel senso, lavarla proprio in lavastoviglie), la si tiene attiva per settimane, la si usa anche per i piani della cucina e i fornelli, la si lascia umidiccia e impregnata. Cambiatela spesso e, soprattutto, lavatela dopo averla usata (amuchina, detergenti disinfettanti che possono entrare a contatto col cibo) e buttatela anche in lavastoviglie.

Asciugateli subito

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In moltissimi (io compresa) fanno questo errore ovvero lasciare piatti, posate e bicchieri bagnati ad asciugare sul panno o sullo sgocciolatoio. Mai più: bisogna asciugarli immediatamente e molto bene per evitare proliferazioni batteriche e contaminazioni crociate. Quindi, asciughiamoli accuratamente con un panno in microfibra oppure della carta assorbente.

La prova della goccia d’acqua

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Come sapere se un piatto pulito e asciugato sia veramente pulito? Semplice, facciamo la prova della goccia d’acqua: fatene cadere una sul piatto, inclinatelo e osservate: se scivola giù lineare che è un piacere allora bravissimi il vostro piatto è strapulito, se si dirama o arresta la sua corsa allora ci sono ancora impurità come tracce di cibo o di sapone.

Acqua bollente se volete sanificarli dopo averli lavati

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Una volta lavati perfettamente tutti i piatti e il resto, potete debellare tutti gli ultimi batteri immergendoli in acqua calda bollente per un paio di minuti. Solo acqua bollente, fatta scendere dal rubinetto o scaldata con un bollitore. Serve una temperatura di circa 80°C, e bastano due minutini. Questa acqua (se i piatti erano pulitissimi e il lavandino anche) può essere riciclata per il prossimo lavaggio, o per annaffiare le piante una volta raffreddatasi – già che ci siamo, ecco come riciclare l’acqua di cottura della pasta.