Cosa scrivere sullo scontrino: raccomandazioni per ristoranti in crisi di popolarità

Cosa scrivere sullo scontrino: raccomandazioni per ristoranti in crisi di popolarità

Stronzi, ricchioni, lesbiche, ciccione e puttane. No, non sto facendo il live-tweet di un convegno moderato da Vittorio Sgarbi. Sono alcune delle auliche sentenze che negli anni si sono susseguite sugli scontrini italiani e non. Ne avevamo parlato: la sottile disciplina dell’insulto sulla ricevuta è una realtà di stordente interesse sociologico.

Con un buono spirito statistico si scopre che per esempio i ricchioni non mangiano solo pizza, ma amano anche bere il caffè. Evocarli sullo scontrino ormai è desueto e non garantisce grandi risultati in termini di marketing. Anche i ricchioni di Taranto, per dire, sono saliti sulla grancassa mediatica con grande ritardo rispetto alle esternazioni ricevute.

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Ma se un buon omofobo lo si trova facilmente a ogni incrocio, è tempo di liberarsi dalla dittatura della bruta cronaca e affidare il destino dei locali in debito di popolarità a raffinate tecniche di insulto.

Suppongo sia del mio stesso avviso Maria Laura Rodotà che propone alcune innovative invettive sul Corriere di ieri, dove suggeriva di associare insulti lesbici a chi chiede vino di qualità o di tenere a bada la cipolla nel piatto del laido vecchiardo con moldava di trent’anni meno al seguito.

Mi permetto di aggiungere altre casistiche di carattere territoriale.

Due birre con lo sputo per i terroni
Di grande richiamo in Veneto, lo vedo molto adatto per qualche esercizio di Jesolo che voglia interrompere la monotonia dell’evasione fiscale con una ricevuta frizzante. Valido anche sostituire terroni con mafiosi, ma è una questione di sensibilità

Un panino per il biondo 
Sofisticatezza linguistica tipicamente bergamasca per fare ironia contro una persona di colore. Molto funzionale in esercizi dalla clientela borghese e sui 50 anni. Consigliata a Bergamo Alta.

Due trofie per gli stronzi
Trovata di grande applicabilità in Liguria, dove sostanzialmente il più delle volte non hanno voglia di riceverti come cliente. Esplicitarlo potrebbe dare i suoi frutti.

Un hamburger per il ciccione
Rimarcare il peso del cliente mentre gli si serve un piatto particolarmente grasso potrebbe essere una strategia funzionale nella salutista Milano. Locale centrale e turistico senza l’ombra dei soliti hipster però.

Una cacio e pepe per l’amica di Maometto
L’insulto religioso ha il suo perché, specie se l’obiettivo è femminile e porta il burqa. Può funzionare bene ovunque, ma ovviamente lo consiglierei nello Città del Vaticano.

Una pizza con il salame per la signora a cui piace grosso 
Molto indicato per una pizzeria di borgata di Bari vecchia assicurandosi che sia una zona dove il machismo vive rigoglioso e indomito. Da applicare a qualsiasi donna che non si vesta come una di 80 anni.

Una frittura per i froci
È vero, abbiamo premesso come sia insulto abusato, ma fa sempre convivio e grandi risate no? Da tentare in Sardegna per rilanciare ristoranti annoiati.

Una granita per il cornuto
La questione delle corna in Sicilia non ha più la forza narrativa di un tempo ma può funzionare perché evoca un mondo fatto di sguardi complici e divertiti. L’importante trovare la coppia giusta: lui dimesso e catastale, lei di fiera bellezza. Figurarsi se una donna piacente non tradisce il marito noioso con tutti gli intellettuali del bar.