Saporìe 2015: se lo street food invade Cesena io ci vado

Saporìe 2015: se lo street food invade Cesena io ci vado

Una volta un’amica mi ha chiesto se era vero che noi italiani mangiavamo solo al ristorante. Sosteneva che mai e poi mai un piemontese avrebbe mangiato al parco in pausa pranzo, che quella era roba da americani come lei, al massimo britannici, se proprio ci si voleva allargare.

Non mi credeva, cercava le prove.

Oggi le direi di andare a “Saporìe”, il Festival Internazionale del Cibo di Strada che si terrà a Cesena dal 2 al 4 ottobre, organizzato da “Confesercenti Cesenate”, Slow Food Cesena e “Conservatoire des Cuisines Méditerranéennes”. Quest’anno il claim recita “Benvenuti al (centro) sud!” e i protagonisti saranno proprio i cibi di strada del Centro-Sud Italia: dal Molise alla Sicilia, passando per Toscana ed Emilia-Romagna.

VADE RETRO ALLE FORCHETTE (E AI CAMPER)

Cesena, Saporie

Cesena, Saporie

Cesena, Saporie

Il cibo di strada, o street food se preferite la versione smart, è per definizione quello che si mangia camminando con la testa per aria e le Converse ai piedi, quello che si mangia con le mani, sporcandosi dalle labbra fino ai gomiti. Dovrebbe anche essere quello che costa meno, ma nell’ambito del portafoglio a volte capita che la moda vinca sulla tradizione.

In ogni caso, street food non significa per forza junk food, anzi. A “Saporìe”, la mia amica americana troverebbe arrosticini abruzzesi e porchetta alle mandorle, salsicce molisane al peperone dolce, olive ascolane del Piceno e torta di testo direttamente da Perugia; ma potrebbe anche provare la vera pizza napoletana, per l’occasione affidata a Michele Leo, ex del ristorante “Palazzo Petrucci” di Napoli.

Oppure il cous-cous di pesce preparato dalla delegazione di Trapani, i pani ca’meusa, le arancine di riso e i cannoli dalla Sicilia; o magari le bombette pugliesi, involtini di capocollo di maiale ripieni di canestrato, prezzemolo, pepe e sale; o ancora, perché no, il lampredotto bollito e la trippa alla fiorentina, antesignani del fast food, preparati da Leonardo Torrini.

E ancora, salendo verso nord, farinate, tigelle, borlenghi e piadine. Il problema, e in questi casi accade spesso, è come fare a scegliere. La risposta? Quella della nonna: fidandosi del naso. E, magari, evitando quel che già si conosce per avventurarsi verso il nuovo.

Dopo la pasta alla norma, le zeppole e gli gnumarieddi, oltre il regno delle regioni protagoniste, se per caso non ne aveste ancora a sufficienza troverete anche la Street Food Truck Area, ma sono convinta che sarete già bell’e sazi.

Se voleste, invece, confermare i dubbi della mia amica americana, durante il Festival sarà possibile gustare anche i piatti a tema di alcuni ristoranti di “Tipico a Tavola”, progetto nato per promuovere la cultura enogastronomica dell’Emilia-Romagna. Per finire come si deve, le degustazioni guidate de “Il Magazzino dei Caffè del Mondo”.

E, ebbene sì, anche quelle del “Club Amici del Toscano”. Noi al fumo, anche se di sigaro, preferiamo il cibo: ma lasciamo a voi l’ardua scelta. Solo un consiglio: evitate il 10° Raduno Nazionale Camper, che si terrà proprio in concomitanza con il Festival. Siamo certi che potrete impiegare meglio il vostro tempo rimpinzandovi di panelle e panzerotti.

APPUNTAMENTO CON IL LAMPREDOTTO

Cesena, Saporie, lampredotto

Non sono molti gli incontri in programma, uno al giorno tranne la domenica (che si fa il bis). Ogni appuntamento affronterà una delle cucine regionali protagoniste della manifestazione e lo farà con qualcuno che, quella cucina, la conosce come le tasche del proprio grembiule.

Fosse per me non mi perderei l’incontro con Leonardo Torrini, che ha abbandonato i ristoranti dopo oltre vent’anni di esperienza per aprire un chiosco come quello di una volta, “Il trippaio di Gavinana”, e che parlerà appunto di trippe e lampredotti.

E poi, già che ci sono, ascolterei anche Eliodoro D’Orazio, presidente Slow Food di Abruzzo e Molise, perché Slow Food è sempre Slow Food e perché della cucina di quelle regioni si sa ancora troppo poco. Gli incontri non sono molti, ma gratuiti e aperti: vi conviene prenotare, se volete trovare posto.

L’OSSO DELLA QUESTIONE: INFORMAZIONI PRATICHE

Cesena, Saporie

Cesena, Saporie

Cesena, Saporie

Il cuore del Festival sarà Piazza della Libertà. L’evento si terrà per le strade del centro storico, quindi niente biglietto d’ingresso. Per assaggiare il cibo degli stand, però, dovrete convertire il vil denaro in ticket da1/2 euro che vi permetteranno di rimpinzarvi di cannoli siciliani e crocché di patate.

Se proprio non ce la fate ad aspettare (e se non sopportate le code, inevitabili quando si tratta di mangiare) potete già acquistare i ticket presso Iat Cesena Turismo e Confesercenti Cesenate, o in Piazza della Libertà, a ‪Cesena,‬ dalle 9 alle 11 del mattino, per chi è dei dintorni.

NON SOLO STREET – L’IMPORTANTE È CHE SIA (BUON) FOOD

Cesena, Saporie

Cesena, Saporie

Cesena, Saporie

Se poi foste stanchi di starvene in piedi o al massimo sulle panchine io ne approfitterei per esplorare la zona. Gastronomicamente, s’intende. E così, d’istinto, mi cercherei un posticino all’“Acquadolce”, locale piccino ricavato da un ex distributore di benzina in centro città, sulle sponde del fiume Savio, all’ombra del Ponte Vecchio.

È aperto tutti i giorni dalle 7.30 alle 02 e potete decidere voi se farci colazione con una fetta di torta di quelle classiche e un estratto di frutta, se assaggiare l’insalata di edamame a pranzo o se passare sul tardi per un aperitivo e un cocktail. Regno incontrastato di crudisti, di vegani e del biologico, può essere una sosta rigenerante dopo l’ennesima bombetta, per sedervi un attimo come fanno i veri italiani.

O almeno così avrebbe detto la mia amica americana, prima di passare da Saporìe.

[Crediti | Link: Dissapore]