Agricoltura… nello spazio? Sulla Stazione Spaziale Internazionale si testano semi resistenti al cambiamento climatico

L'agricoltura cerca risposte nello spazio per combattere il cambiamento climatico, grazie a un nuovo progetto che coinvolge la Stazione Spaziale Internazionale.

Agricoltura… nello spazio? Sulla Stazione Spaziale Internazionale si testano semi resistenti al cambiamento climatico

La prima cosa che ci viene in mente leggendo “agricoltura nello spazio” è del terriccio ovunque. Vi immaginate provare a fare un solco per piantare l’insalata a gravità zero? Non sembra affatto divertente. Ma niente paura: senza ombra di dubbio sulla Stazione Spaziale Internazionale Astrosamantha & Co. saranno equipaggiati con ambienti appositamente creati per evitare situazioni di questo tipo – situazioni che, a quanto pare, potrebbero verificarsi con sempre più crescente frequenza nell’immediato futuro.

Semi spaziali per combattere il cambiamento climatico

agricoltura

No, non è il titolo di uno psichedelico film post-moderno sci-fi e pseudo ambientalista; ma del piano messo a punto dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (per gli amici FAO), che di fatto consiste nell’inviare dei semi verso la Stazione Spaziale Internazionale in modo tale da sviluppare colture resistenti all’imperversare del cambiamento climatico. Eh sì, perché con una delle estati più siccitose di sempre alle spalle (anche se i laghi alpini continuano, di fatto, a mantenersi stolidamente al di sotto dei minimi storici) e un caldo anomalo che sta causando fioriture fuori stagione, correre ai ripari con le proverbiali (e dolorosamente temporanee) soluzioni-cerotto potrebbe non essere più sufficiente.

“Spero che questo esperimento porti a scoperte concrete” ha commentato a tal proposito il direttore generale dell’AIEA Rafael Mariano Grossi. “Risultati che potremo condividere con gli scienziati e nuove colture che potranno aiutare gli agricoltori ad adattarsi alle sfide dei cambiamenti climatici, aumentando la sicurezza alimentare”. I semi di Arabidopsis, una pianta comunemente utilizzata negli esperimenti genetici per le sue caratteristiche uniche, e il Sorgo, un cereale ricco di sostanze nutritive impiegato ance per l’alimentazione animale (ricorderete senz’altro i casi di cronaca di quest’estate legati alle mucche avvelenate), saranno esposti all’interno e all’esterno della Stazione Spaziale Internazionale per circa tre mesi esponendole così a condizioni di microgravità, radiazioni cosmiche e temperature (davvero) basse, che naturalmente non possono essere riprodotte nel contesto terrestre.

siccità

Al loro ritorno, gli scienziati del Centro congiunto FAO/AIEA li accoglieranno in laboratorio al fine di ricercare tratti utili per comprendere al meglio le eventuali mutazioni causate, per l’appunto, dalla permanenza nello spazio; e identificare così nuove varietà in grado di adattarsi alle attuali condizioni terrestri.

Stando a un recente rapporto redatto dall’IPCC circa le conseguenze del cambiamento climatico sulla Terra pare che la stabilità dell’approvvigionamento alimentare mondiale sia destinata a calare (pensiamo banalmente, in questo senso, agli innumerevoli tagli produttivi determinati proprio dalla siccità), andando naturalmente a colpire in primis le persone (o gli Stati) più vulnerabili. In questo senso, le nuove varietà o le nuove scoperte potrebbero aiutare gli agricoltori (o le autorità governative di settore) ad apportare le modifiche sostanziali necessarie ad adattarsi a un clima in fase di cambiamento.

Che fare, tuttavia, nel frattempo? A costo di passare per antipatici (o peggio – ma d’altronde è inevitabile quando si toccano certi argomenti) vi ricordiamo che, di fatto, mangiare meno carne è la migliore arma contro il riscaldamento globale.