Agricoltura, siccità e speculazione stanno creando una crisi irreversibile

L'agricoltura italiana si trova a dover fare i conti con una duplice minaccia: la siccità e la speculazione sui prezzi dei prodotti.

Agricoltura, siccità e speculazione stanno creando una crisi irreversibile

Immaginiamo che di siccità ne abbiate sentito parlare fino a riempirvi la testa – l’acqua manca, numerosi comuni (in particolar modo nelle regioni settentrionali) sono costretti a ricorrere a misure di emergenza, i prezzi dei beni alimentari si proiettano verso l’ennesimo rincaro, e si parla perfino di razionamenti diurni. A farne le spese, oltre agli stessi consumatori finali, è soprattutto il settore dell’agricoltura, che di fatto rischia di essere sconvolto da una crisi irreversibile determinata tanto dalla carenza idrica quanto dalla speculazione sui prezzi dei prodotti di prima necessità.

siccità

Il capitolo inerente alle tensioni speculative è già stato affrontato a più riprese in passato, tanto dalla Coldiretti in occasione di una flessione del prezzo del grano quanto dallo stesso ministro Stefano Patuanelli, che aveva rivolto lo sguardo verso l’Europa: ora, a puntare nuovamente la luce dei riflettori su chi di fatto sta approfittando indegnamente della crisi in corso, è Cinzia Pagni, Presidente di ASES, ong di riferimento della CIA – Confederazione Italiana Agricoltori; che di fatto invita le autorità governative a effettuare controlli più serrati atti a fermare questo tipo di operazioni.

“La transizione ecologica per la quale l’Europa ci ha dato miliardi con il PNNR non è rinviabile di un solo giorno” ha continuato Pagni. “Domani non potremo sentirci dire che ci sono problemi burocratici e deve slittare. Ne va della sopravvivenza delle nostre famiglie. L’agricoltura come succede in ogni guerra deve tornare a sfamare le nazioni. E la prima cosa da fare è non trovarsi più impreparati ad affrontare le siccità. In Italia abbiamo tecnologie e professionalità in grado di creare dighe, invasi, bacini in tempi anche brevi. Ma le dichiarazioni sono finite. Senza i fatti l’agricoltura italiana rischia il collasso“.