Anche il Giappone investe sul mercato della birra analcolica: l’esempio lampante è Asahi, principale azienda del settore nel Paese, che sta per lanciare Beery, un prodotto a basso contenuto di alcol (0,5%) dal gusto “del tutto simile alla birra”.
Che quello delle birre analcoliche possa essere uno dei mercati del futuro, che vi piaccia o no, è ormai un dato di fatto: le previsioni di mercato parlando di una crescita che porterà a un valore di 29 miliardi di dollari entro il 2026.
I grandi player del mondo della birra agiscono di conseguenza: Peroni ha investito da poco 1,6 milioni di euro nello stabilimento di Bari per potenziare la produzione della birra analcolica.
Heineken lancia curiose campagne promozionali per spingere il consumo della sua 0.0. E noi, naturalmente, le proviamo tutte e vi diciamo come sempre cosa ne pensiamo. I motivi di questa svolta alcol free sono diversi.
Ovviamente c’è una maggiore richiesta di prodotti più sani, che va di pari passo con la tendenza internazionale a una dieta sempre più attenta all’impatto sulla salute. Tendenza che, complice la pandemia, ha visto nell’ultimo anno una vera impennata: il mondo là fuori fa sempre più paura, e se posso avere la sensazione (vera o presunta) di indirizzare i miei consumi per stare meglio, perché non farlo.
In questo si inserisce anche la variabile dei lockdown: l’aumento del tempo trascorso a casa, dicono gli studi, ha cambiato le dinamiche di consumo delle bevande. La birra – e gli alcolici in generale – abbandonano la loro tradizionale funzione “conviviale” e “sociale”, di cui l’alcol era sicuramente una componente, e spingono consumi più individuali (non abbiamo più la necessità di ordinare un giro della stessa birra per tutto il tavolo).
Così, la birra analcolica rappresenta un nuovo stimolo per un’industria che negli ultimi anni aveva raramente puntato alla novità. Soprattutto in Giappone, dove il mercato della birra aveva visto la domanda piegarsi all’invecchiamento della popolazione.
Oggi invece Asahi Group Holdings prevedere un aumento del 20% delle entrate per la birra analcolica e poco alcolica nel corso del 2021. Beery, che verrà lanciata a Tokyo a fine mese, va esattamente in questa direzione, ed è il primo di una serie di prodotti nell’ambito di un progetto di “smart drinking” con cui Asahi vuole incrementare il suo portafoglio di marchi e ampliare il suo mercato.
L’obiettivo, spiega l’azienda giapponese, è raggiungere un target stimato in 40 milioni di consumatori di età compresa tra i 20 e i 50 anni che non possono o non vogliono bere alcolici.
[Fonte: Reuters]