Chiara Ferragni: dopo il pandoro ora arriva l’uovo di Pasqua

Sono passate solo poche ore dalle scuse pubbliche, e Chiara Ferragni si trova a gestire un altro problema: questa volta il tema (che sembra replicare il pandoro-gate) sono le sue uova di Pasqua solidali.

Chiara Ferragni: dopo il pandoro ora arriva l’uovo di Pasqua

Non sarà facile per Chiara Ferragni superare il colpo che la sua immagine sta ricevendo in questi giorni, e chi se lo sarebbe mai aspettato, in effetti. Dopo il caso del pandoro, scoppiato a seguito di una segnalazione di Selvaggia Lucarelli e conclusosi qualche giorno fa con una maxi multa dell’Antitrust per comportamenti “commercialmente scorretti”, ora spunta la questione delle uova di Pasqua, che sembra essere pericolosamente simile a quella dei pandori.

Non ha fatto in tempo a scusarsi Chiara Ferragni, che le è piovuto addosso un altro “errore di comunicazione” da gestire. Così aveva definito lei, nel videomessaggio di ieri (in cui ammetteva in parte di aver sbagliato e annunciava una donazione al Regina Margherita, dimostrando di non aver davvero capito il fulcro della questione), il problema dietro al pandoro rosa fatto in collaborazione con Balocco, le cui vendite sembravano legate alle donazioni per l’ospedale mentre invece, semplicemente, non era così, perché la donazione era stata fatta a monte e nulla poteva il consumatore finale sulla cifra decisa. Ma, a quanto pare, non era il primo “errore di comunicazione” di questo genere che Ferragni e le sue società facevano.

La questione uova di Pasqua

A farlo notare è ancora una volta Selvaggia Lucarelli, che in un articolo sul Fatto Quotidiano spiega sostanzialmente che non si può spacciare per un incidente di percorso un meccanismo che sembra reiterato.

Del tutto simili alle dinamiche del pandoro Balocco sembrano infatti essere quelle legate all’uovo di Pasqua (sempre rosa) che Chiara Ferragni ha promosso nel 2021 e nel 2022 in collaborazione con Dolci Preziosi. Uova su cui, scrive Lucarelli, “Lei ha percepito cachet di 500 e 700 000 euro”, a fronte di una donazione fatta da Dolci preziosi in favore de “i Bambini delle Fate”, rispettivamente di 12 e 24 000 euro.

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“Ferragni ha promosso le uova dicendo che lei e Dolci preziosi sostenevano i Bambini delle fate, ma di fatto era una fruttuosa operazione commerciale”, scrive Lucarelli, aggiungendo che “dopo alcune telefonate per approfondire il tema uova avvenute ieri, i vecchi post di promozione delle uova pasquali sulla pagina Instagram di Ferragni sono velocemente spariti”.

Lei e altri li hanno ovviamente salvati, per cui oggi sono effettivamente ancora visibili screenshot in cui, ancora una volta, la comunicazione sulle donazioni sembra essere poco trasparente, e sembra far intendere di essere legata alle vendite delle uova. In effetti, quel che fa notare Lucarelli è anche che, se l’errore era di comunicazione, Ferragni e il suo team hanno avuto tutto il tempo di correggerlo, anziché stare a guardare i tanti articoli di giornale che riportavano la loro operazione in maniera, appunto, errata, tratti in inganno dal loro “errore di comunicazione”. In effetti, a differenza di quanto accadeva per Balocco, in questo caso iil comunicato stampa di lancio dell’uovo di Pasauq non conteneva un riferimento esplicito che correlava vendite e ammontare finale della donazione. “Il progetto è l’occasione per comunicare il sostegno, da parte dell’azienda, all’impresa sociale “i Bambini delle Fate”, un’iniziativa sposata con entusiasmo dalla stessa Chiara Ferragni, attenta, da sempre, alle cause sociali”, diceva il comunicato. Ma, come fa notare Lucarelli, se ci si rende conto che una comunicazione è “errata” (ed era difficile non rendersene conto) si può anche correre ai ripari, anziché lasciare che il pubblico percepisca che se compra l’uovo griffato sta partecipando a un’operazione solidale.