Chivasso: la Torteria negazionista ottiene l’approvazione del Giudice di Pace

La Torteria di Chivasso, dopo aver riaperto lo scorso novembre, ha ottenuto l'appoggio del Giudice di Pace di Ivrea.

Chivasso: la Torteria negazionista ottiene l’approvazione del Giudice di Pace

Vi ricordate la vicenda del bar La Torteria di Chivasso, già apparso su queste pagine per essere diventato un vero e proprio simbolo della causa dei no vax? La titolare Rosanna Spatari conquistò la cronaca del periodo pandemico per le sue posizioni negazioniste circa le restrizioni e le regole del tempo per tamponare la propagazione del virus, che eventualmente portò alla chiusura e al sequestro del locale. Nell’ultima puntata vi raccontammo di come, in seguito al ricorso alla Cassazione presentato dal legale di Spatari, il bar avesse finalmente rialzato la saracinesca; una presa di posizione ora condivisa anche dal Giudice di Pace di Ivrea.

chiuso

Diventata famosa anche per i cosiddetti “aperitivi disobbedienti”, La Torteria fu originariamente chiusa per ordinanza del Prefetto in seguito ad alcuni controlli della Guardia di Finanza che, nel periodo in cui il DPCM imponeva la chiusura degli esercizi commerciali entro le ore 18, trovarono numerosi clienti impegnati a consumare ben oltre l’orario consentito. Come vi abbiamo già accennato, il ricorso di Spatari ebbe successo, nonostante vada sottolineato che l’illecito in questione rimanga.

Il Giudice di Pace di Ivrea, Giampiero Caliendo, si trova tuttavia d’accordo con la decisione della Cassazione: “La limitazione di orario in questione si rileva essere sostanzialmente una misura dettata da autonomie e peculiari esigenze sanitarie non disciplinate, bensì ulteriore cautela per l’eventuale inosservanza di altra norma da parte dei consociati” ha scritto, sottolineando che “allo Stato non risultano riscontri/evidenze tecnico-scientifiche che consentano di comprendere le ragioni del (paventato) maggior rischio di diffusione del contagio negli orari non consentiti, e ciò configura altro difetto motivazionale dell’atto”. Parafrasando: l’obbligo di chiusura alle 18 non aveva motivazioni valide, e pertanto ha fatto bene a tenere aperto.