Duemila pinte di birra in duecento giorni: cederà prima il TikToker o il suo fegato?

Jon May ha 25 anni e sta cercando di bere 2000 pinte di birra in soli 200 giorni: riuscirà il nostro eroe a salvare l'economia inglese?

Duemila pinte di birra in duecento giorni: cederà prima il TikToker o il suo fegato?

Ancora una volta TikTok si conferma come eccellente trasposizione pratica dell’antico detto “Ma ci è o ci fa?”. Il prossimo concorrente per l’ambitissimo Premio Darwin si chiama Jon May, proviene da Sheffield, Regno Unito, ha 25 anni e sta cercando di bere duemila pinte di birra in appena duecento giorni, naturalmente trasmettendo e pubblicando il tutto su quella caoticissima vetrina della selezione naturale che è TikTok.

Queste le premesse, insomma. Naturalmente il nostro protagonista ha già guadagnato un piccolo esercito di seguaci su TikTok, che stanno seguendo passo passo il (breve, a dire il vero) viaggio di un ragazzo verso la cirrosi epatica. Numeri alla mano, stiamo parlando di una decina di pinte di birra al giorno, per duecento giorni, e la domanda non può che sorgere spontanea: si stancherà prima il TikToker o cederà prima il suo fegato?

Dieci pinte al giorno per duecento giorni

birra

Attenzione, però – a differenza di altri concorrenti al seducente Premio Darwin (ve lo ricordate il turista morto avere bevuto ventuno cocktail diversi?), la motivazione di Jon May affonda le proprie radici nel più puro agonismo sportivo. Il nostro protagonista, infatti, ha deciso di rovinarsi la salute dopo avere visto qualcun altro tentare di bere mille pinte di birra in anno di tempo. Numeri da asilo, insomma.

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Da qui la scintilla della sfida, la voglia di dimostrare al mondo intero di che pasta si è fatti, l’iscrizione al Premio Darwin, il pieno oltraggio alle più elementari regole della selezione naturali. “Ho iniziato col pensare di potere bere duemila pinte di birra in un anno” ha spiegato il nostro protagonista a VICE“Ma poi mi sembrava di andare troppo in fretta, così ho ridotto il tempo ad appena duecento giorni. Perché? Beh, suonava bene”.

La stoffa del campione, signore e signori. Ma il cammino è arduo e tortuoso, e soprattutto disseminato di durissimi dubbi morali: “Da un lato stai essenzialmente uccidendo il tuo fegato, e dall’altro stai facendo qualcosa di leggermente impressionante”, spiega ancora May. Il cuore in conflitto con sé stesso: l’unica cosa di cui valga la pena scrivere.

E i postumi? “Sono troppo giovane per averli” dice ancora il nostro protagonista. “E in ogni caso non puoi avere i postumi della sbornia se non sei comunque mai sobrio.” Ricorderemo queste parole come le dichiarazioni di uno dei più grandi pensatori del nostro tempo?

C’è poi un ultimo capitolo da considerare – quello prettamente economico. May prevede che, entro la fine della sfida, dovrebbe arrivare a spendere un totale di ottomila sterline in pinte di birra. Un eroe del popolo per il popolo, insomma: la crisi del settore dell’ospitalità d’Oltremanica è ormai risolta.