Ferrero è l’azienda con la migliore reputazione in Italia, Lavazza al quarto posto

Ferrero è l'azienda con la migliore reputazione in Italia, davanti a Ferrari e PayPal. Lavazza è al quarto posto, Barilla al 46esimo.

Ferrero è l’azienda con la migliore reputazione in Italia, Lavazza al quarto posto

Nutella, Rocher e cento altre delizie – una formula che pare perfetta se l’obiettivo è quello di puntare al cuore degli italiani. Basti dare un’occhiata alla classifica dell’Italy Reputation Ranking 2023, una classifica che ordina le prime cento aziende italiane per reputazione realizzata da The RepTrak Company: la Ferrero occupa il primo posto assoluto, seguita a distanza da sicurezza dal cavallino rampante di casa Ferrari e da PayPal, che si aggiudica invece la medaglia di bronzo. Nulla di nuovo sul fronte occidentale, direte voi – la solidità del colosso piemontese è d’altronde già stata ampiamente testimoniata più e più volte, tant’è che Giovanni Ferrero è riconosciuto come l’imprenditore food più ricco d’Europa e il fatturato è costantemente accompagnato da una notevole crescita; ma il primo posto del podio nella classifica delle migliori reputazioni è un punto esclamativo che conferma ulteriormente la posizione di forza dell’azienda albese.

La classifica delle aziende con migliore reputazione: Ferrero domina, segue Lavazza

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Primo posto e medaglia d’oro per Ferrero anche per quanto riguarda l‘Esg Index: “Siamo felici di questo riconoscimento perché la sostenibilità per noi rappresenta una priorità” ha commentato a tal proposito Alessandro d’Este, ad di Ferrero Commerciale Italia. “Non la si deve considerare un costo ma un investimento. I rincari delle materie prime e dei beni energetici, malgrado rendano più difficile la transizione verde, non devono allontanarci da questo obiettivo”.

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Per trovare la prossima azienda attiva nel settore food & beverage in questa particolarissima classifica ci tocca scendere di appena un gradino dai primi tre posti, con la torinese Lavazza che occupa il quarto posto complessivo; a sua volta poi seguita da Lego, Bosch, Intel, Miele, Pirelli e Harley-Davidson. A far registrare le performance “peggiori” (e con ciò intendiamo valide comunque a qualificarsi nella top 100, pur occupandone gli ultimissimi gradini) troviamo aziende operative nei settori di telecomunicazioni, energia e banche – branche che, a livello di percezione da parte del pubblico, hanno certamente pagato le conseguenze di Covid, guerra in Ucraina, inflazione e caro bollette.

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Tra gli altri marchi d’interesse segnaliamo Esselunga alla 22esima posizione, Heineken alla 24esima e Barilla alla 46esima (tant’è che viene da chiederci se le ultime polemiche sulla farina di grilli abbiano minato la percezione dei consumatori italiani): nel creare la classifica si è tenuto conto di fattori come il rapporto qualità-prezzo e la condotta dell’azienda, intesa come valori etici, benessere e sicurezza dei dipendenti, attenzione alla catena di fornitura e all’ambiente.

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“La reputazione si conferma una leva di business importante” ha commentato Michele Tesoro-Tess,executive vice president Emea & Apac di RepTrak. “Se avessimo fatto un investimento a inizio 2020, sulle prime tre aziende per reputazione quotate in borsa in Italia, Regno Unito, Francia o Germania, a fine 2022 avremmo avuto un rendimento del +12% sul capitale investito, contro un rendimento del -21% se avessimo investito nelle ultime tre”.