Firenze: ristoratori in piazza per protestare contro la crisi economica post Coronavirus

A Firenze i ristoratori sono scesi di nuovo in piazza per protestare contro la crisi economica post Coronavirus e i mancati aiuti alla categoria.

Firenze: ristoratori in piazza per protestare contro la crisi economica post Coronavirus

Nuova protesta dei ristoratori di Firenze: questa volta chiedono aiuti da parte della Regione e sostegno per la riapertura a causa della crisi economica provocata dal Coronavirus. Questa nuova manifestazione sarà una replica di quella dello scorso 12 maggio.

Lo scopo di questa protesta in piazza è quello di chiedere alla Regione di accogliere le proposte fatte da bar, ristoranti e pizzerie. Non è possibile, infatti, che ad un mese e mezzo dalla riapertura i locali non riescano a stare aperti durante la settimana e possano alzare le serrande solamente durante il fine settimana per limitare le perdite dovute al divario fra le diminuite entrate e le spese fisse rimaste inalterate.

La manifestazione di lunedì 6 luglio è stata organizzata dall’associazione Ristoratori Toscani. Guidati da Pasquale Naccari, i partecipanti organizzeranno un presidio sotto Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Regione, quasi come se volessero occuparla idealmente.

Pasquale Naccari, titolare de “Il vecchio e il mare” di via Gioberti, ha spiegato che sarà una manifestazione pacifica e che rispetterà le norme anti diffusione Coronavirus. Tramite un’indagine fra gli iscritti all’associazione, l’80% degli iscritti ha riaperto, ma con perdite del 70%. Proprio per questo motivo diversi ristoranti e locali hanno scelto di aprire solamente nel weekend.

Questi i principali problemi riscontrati dai ristoratori:

  • costo degli affitti
  • difficoltà di accesso al credito bancario
  • cassa integrazione per i dipendenti (scade il 17 luglio, ma il divieto di licenziamento è stato allungato fino a metà agosto)

Tutto ciò crea solo spese a fronte di incassi minori, costringendo i titolari a posticipare i licenziamenti che ormai appaiono inevitabili. L’associazione ha stimato che entro marzo 2021 ci sarà un 70% dei licenziamenti.

Fra le richieste dei ristoratori guidati da Naccari spiccano le seguenti:

  • razionalizzare i protocolli anti Covid-19: perché le persone che vanno a mangiare in un locale devono stare sedute a un metro di distanza quando sono magari venute insieme in auto? La cosa danneggia soprattutto i locali più piccoli che hanno pochi coperti (anche se qui la risposta risiede nelle linee guida del Governo per i viaggi in auto: se in auto viaggiano persone non conviventi, non solo devono stare distanziate, ma tutti in auto dovrebbero indossare la mascherina, cosa non possibile al ristorante perché non si può mangiare con la mascherina: da qui l’obbligo di distanza)
  • richiesta di azzerare le imposte locali relative al periodo di chiusura
  • abbattimento del costo del parcheggio in centro per spingere i residenti ad arrivare fino a qui

Tutte richieste lecite, fra l’altro fatte in più di una manifestazione in diverse piazze italiane: ricordiamo Paolo Polli che per protesta ha dormito in piazza a Milano e diventato famoso per il suo sciopero della fame (e che si è poi candidato al ruolo di sindaco di Milano), la protesta dei ristoratori al Pantheon con il lutto al braccio o anche gli ambulanti dello Street Food scesi in piazza a Roma.