Formaggio vegano: entro i prossimi cinque anni il mercato varrà oltre 4 miliardi di dollari

Il valore complessivo del mercato del formaggio vegano potrebbe crescere ancora, arrivando ai 4,4 miliardi di dollari nel 2028.

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Nel corso del 2021 il valore complessivo del mercato globale del formaggio vegano è arrivato a 2,2 miliardi di dollari, figlio di una progressione rapida e veloce animata da un tasso composto di crescita annuale del 12% nei cinque anni precedenti. Un aumento che naturalmente ha le sue radici nella maggiore popolarità di diete a base vegetale o prive di glutine, accompagnata allo stesso tempo dall’incremento di acquisti di cibi e bevande confezionate e pronte da consumare – elementi che, stando a un rapporto redatto dagli esperti di Vantage Market Research, potrebbero trovare continuità anche nei cinque anni a venire, fornendo una solida concretezza a una previsione di mercato che anticipa un valore di mercato di 4,4 miliardi di dollari entro il 2028.

Formaggio e dieta vegana: un trend in forte crescita

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Il rapporto, pur riconoscendo la forte volatilità che naturalmente contraddistingue la filiera in questione, ha preso in esame le tendenza attuali e i potenziali sviluppi per fornire una panorama completa del settore (pensiamo, in questo contesto, al brusco calo di domanda della carne vegetale) presentando infine quello che a tutti gli effetti può essere considerato come un terreno fertile per una ulteriore crescita in valore e popolarità.

Spicca, in questo senso, la prevista popolarità della categoria a base di soia, che apparentemente arriverà a rappresentare oltre il 30% delle vendite totali di formaggio vegano entro il 2028. Il latte di soia, infatti, è una alternativa economica ai latticini forte di un rapporto perfetto di acidi grassi e amminoacidi sani – elementi che potrebbero abbassare i costi di produzione per le aziende del settore rappresentando una scelta economica ma comunque di buona qualità.

Lo studio ha per di più individuato, tra i principali fattori che stanno promuovendo la popolarità e la crescita delle diete vegane, la crescente preoccupazione per il benessere degli animali e la crescente consapevolezza della sostenibilità fornita dall’industria alimentare vegane. Due elementi, questi, che di fatto trovano ampia risonanza anche nelle politiche e nei movimenti di mercato odierni: di recente vi abbiamo raccontato di come l’Olanda stia pagando gli allevamenti intensivi per farli chiudere, e di come l’aspetto sostenibile abbia ormai preso a influenzare sensibilmente le scelte nel carrello della spesa.

È tuttavia altrettanto importante sottolineare che lo studio abbia individuato tra i motori principali della crescita del mercato l’aumento del reddito disponibile: un elemento, questo, che purtroppo si specchia a fatica nell’attuale configurazione economica e sociale – basti pensare ai rincari all’orizzonte, che rischiano di accompagnare un Natale decisamente amaro, e uno scenario tipo “carne veg 2.0” assume una certa plausibilità.

Un altro binario, potenzialmente più florido, che potrebbe (e dovrebbe) guidare la crescita delle alternative vegane è la tendenza naturale dei consumatori a opzioni alimentari più salutari: lo studio prevede infatti che, in media, i consumatori andranno a spendere più soldi in cibi sani (come, per l’appunto, il formaggio vegano) che in varietà di origine animale che hanno maggiori probabilità di includere grassi saturi e colesterolo. Staremo a vedere.