Francia verso il razionamento dell’acqua: è stato l’inverno più secco dal 1959

Anche la Francia sta combattendo la siccità: in 87 comuni del sud sono già state introdotte limitazioni sull'uso dell'acqua.

Francia verso il razionamento dell’acqua: è stato l’inverno più secco dal 1959

Paese che vai, siccità che trovi. La Francia si sta preparando a introdurre restrizioni sull’uso dell’acqua in alcune parti del Paese a partire dal mese di marzo: una mossa, stando ai media locali, senza precedenti per l’attuale periodo dell’anno. La cosiddetta pietra dello scandalo è il fatto che i cugini d’Oltralpe si siano di fatto trovati a dovere fare i conti con l’inverno più secco degli ultimi 64 anni – ultimo strascico di una profonda crisi idrica che, proprio come nel caso dell’Italia, si era già fatta sentire con decisione nel corso dell’ultimo arco estivo. “Loira al minimo storico“, scrivevamo ad agosto: una manciata di mesi più tardi, la morsa della siccità continua a stritolare l’agricoltura francese.

Razionamenti e restrizioni: la formula della Francia per combattere la siccità

Al momento, stando a quanto riportato dai colleghi di Reuters, le operazioni di irrigazione sono già limitate in 87 comuni che punteggiano i territori meridionali del Paese – una misura che, per quanto possa essere relativamente comune durante il periodo estivo, non era mai stata introdotta in inverno. Un primo passo che promette peggioramenti, per di più: i funzionari governativi locali hanno a più riprese ventilato la volontà di estendere i razionamenti anche ad altre zone.

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“È un qualcosa che non ha precedenti” ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Christophe Bechu. “La Francia è in stato di allerta“. Bechu non ha lasciato trapelare eventuali dettagli circa le nuove misure, ma ha affermato che sarebbero state “morbide” e introdotte solamente quando strettamente necessario e in un’area specifica, in modo tale da potere evitare di adottare mosse più severe durante la prossima estate.

Le risorse idriche in Francia sono attualmente al livello più basso degli ultimi dieci anni, e perfino le Alpi, tradizionalmente incappucciate di neve in questo periodo, mostrano un profilo nudo e roccioso. Le conseguenze, oltre ai chiari danni al settore agricolo, potrebbero abbattersi anche sul comparto energetico: “Nel complesso, prevediamo una bassa produzione di energia idroelettrica e livelli dei fiumi più bassi per la primavera e l’estate” ha dichiarato a tal proposito Paul Harreman, direttore della società di consulenza EnAppSys BV.

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Nel frattempo si volge lo sguardo al cielo sperando di scorgere, nella limpida spietatezza dell’azzurro, qualche densa nuvola dal ventre carico di pioggia. I dati di Meteo-France, tuttavia, non sono dei più incoraggianti: a partire dall’ormai lontano agosto del 2021, tutti i mesi – con l’esclusione di appena tre – hanno fatto registrare un netto deficit di precipitazioni.