Il packaging del cibo spazzatura manipola i bambini

Un rapporto inglese ha sottolineato come il packaging del cibo spazzatura impieghi colori vivaci e font che ricordano i cartoni animati per stimolare il desiderio dei bambini.

Il packaging del cibo spazzatura manipola i bambini

Colori vivaci, mascotte variopinte e sorridenti, font tondeggiante e “cartoonesco” – un rapporto realizzato da Bite Back, gruppo che a onore del vero fa parte dell’impero della ristorazione di Jamie Oliver, sostiene che le caratteristiche del packaging del cibo spazzatura siano volte a manipolare i bambini, spingendoli a desiderare determinati prodotti.

L’accusa di Bite Back, che ha chiesto a un gruppo di esperti di nutrizione di analizzare 262 prodotti alimentari in vendita nel Regno Unito, è piuttosto semplice: le aziende alimentari utilizzerebbero imballaggi e packaging deliberatamente progettati per attirare l’attenzione dei bambini e vendere così più cibo spazzatura. Poco etico? Probabilmente sì. Un po’ scontato? Assolutamente.

Il cibo spazzatura e l’occhiolino ai bambini

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Il nostro non vuole certo essere un eccesso di cinismo, ma piuttosto un appunto realistico: pare ovvio, in altre parole, che la pubblicità – e il packaging, badate bene, ne è un elemento importante – sia veicolata ad alimentare il desiderio di acquisto e, di conseguenza, le vendite. È lo stesso principio per cui spesso e volentieri nei supermercati dolciumi e simili vengono sistemati a ridosso delle casse: a spesa ultimata, quando subentra la fretta di tornare a casa (o di passare alla prossima commissione, ovviamente) o, diversamente, siamo spinti dalla tipica frenesia che anima le code (converrete che ragionare un acquisto in un corridoio deserto o farlo in coda, con qualcuno alle spalle che scalpita per passare, è un’esperienza profondamente differente), è più probabile cedere ad acquisti “di pancia”, per così dire.

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Quel che può essere interessante è il fatto che tale comunicazione, sgargiante e, come l’abbiamo definita in apertura di articolo, “cartoonesca”, sia progettata appositamente per stimolare l’interesse dei bambini (stessa strategia, naturalmente, impiegata da altri prodotti, anche non alimentari, destinati alle fasce più giovani della popolazione: cartoni, giocattoli e via dicendo); avvicinandoli al consumo di prodotti alimentari – il cosiddetto cibo spazzatura – notoriamente dannosi per la salute, fisica e mentale, e di recente anche collegati a un aumento delle allergie alimentari nei bambini.

Ma torniamo a noi, e ai risultati del report in questione: numeri alla mano, è stato rilevato che ’80% dei prodotti presi in esame faceva ampio utilizzo di colori vivaci e scritte realizzate in font tondeggiante o “cartoonesco” per attirare quanto più possibile l’attenzione dei bambini. “Tra gli investigati ci sono i Kinder Sorpresa, M&Ms, Randoms e Monster Munch Giants” si legge in una nota di Bite Back. “Tutti prodotti che nascondono dietro un packaging colorato e divertente un eccesso di zuccheri e grassi”.

La strategia, in altre parole, è chiara: data una coppia genitore e figlio impegnata nella spesa, puntare sul polo più impressionabile per aumentare le vendite. James Toop, amministratore delegato di Bite Back, ha chiesto alle autorità governative inglesi di “introdurre nuove norme per limitare queste tattiche da parte dei giganti del cibo spazzatura, considerando che al momento ci stiamo avviando verso una crisi sanitaria del tutto prevenibile”. Alcuni Paesi, come la Germania, stanno ad esempio valutando di mettere al bando le pubblicità di cibo spazzatura ai bambini.