Influenza aviaria: in Giappone le uova spariscono dai menu

A causa dell'influenza aviaria e della mattanza di pollame, in Giappone le uova stanno piano piano sparendo da menu e ricette

Influenza aviaria: in Giappone le uova spariscono dai menu

In Giappone hanno un serio problema con le uova. Se per caso fate un viaggetto nel paese e non trovate nel menu la loro frittata arrotolata e morbidosa, la tamagoyaki o se nella ciotola di ramen manca l’uovo, la colpa è tutta dell’influenza aviaria. La mattanza di pollame che ne è derivata, infatti, ha ridotto tantissimo la produzione di uova. E quelle poche che ci sono hanno prezzi stellari, motivo per cui nei menu del Giappone e nelle ricette le uova stanno lentamente sparendo.

Influenza aviaria: il Giappone ha un problema con le uova

uova

Anche in Giappone l’epidemia di influenza aviaria sta imperversando, tanto che ormai non sanno più dove seppellire i polli. Sono milioni i polli e le galline morti o soppressi, il che ha condotto a un’inevitabile carenza di uova con prezzi saliti alle stelle sia per le uova che per i piatti dove tale ingrediente è presente (un po’ la stessa cosa successa anche negli Stati Uniti).

Il che è un grosso problema: la cucina giapponese, infatti, fa largo uso di uova. Dalle uova alla coque presenti nel ramen alla frittatone morbida e arrotolata nota come tamagoyaki, dall’omurice agli involtini all’uovo, ecco che questo ingrediente salta fuori praticamente dappertutto.

Solo che il Giappone è stato finora costretto ad abbattere qualcosa come 17 milioni di polli, pari a circa il 9% delle sue galline ovaiole, cosa che ha fatto schizzare i prezzi delle uova a cifre record, con aumenti di oltre il 70%.

Per evitare di dover aumentare troppo i prezzi dei piatti del menu a base di uova, ecco che semplicemente le uova stanno scomparendo dai menu. Per esempio McDonald’s il mese scorso ha annunciato che a breve avrebbe potuto essere costretto a sospendere la vendita dei suoi hamburger Teritama, quelli a base di salsa teriyaki e uova. Certo, il colosso dei fast food aveva anche ammesso di essere riuscito a diversificare i suoi fornitori di uova, ma comunque la situazione andava monitorata attentamente.

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Anche i minimarket giapponesi 7-Eleven si sono visti costretti a sospendere le vendite di ben 15 prodotti a base di uova. Inoltre diversi negozi e ristoratori hanno modificato le loro ricette di panini e insalate in modo da eliminare le uova.

Altri, invece, hanno semplicemente aumentato i prezzi dei prodotti a base di uova. L’azienda alimentare Kewpie, nota per la sua maionese, ha aumentato i prezzi del 21%. Diverse piccole aziende hanno eliminato del tutto uova e ricette a base di uova. Lo ha fatto, per esempio, la catena di piccoli ristoranti informali Skylark Holdings: dal suo menu sono spariti il riso fritto con le uova e le frittelle. Inoltre le uova in camicia in stile giapponese che, in precedenza, venivano offerte gratuitamente a quei clienti che ordinavano il sukiyaki, adesso si costano 55 yen ciascuna.

Qualcun altro, poi, sta cercando della alternative visto che, con l’abbattimento dei polli, di sicuro la situazione non tornerà normale in tempi rapidi. Per esempio, tempo fa la Nissui Corporation aveva lanciato un tamagoyaki a base di merluzzo dell’Alaska, per venire incontro alle esigenze dei consumatori allergici alle uova. Il prodotto non aveva avuto molto successo, ma quest’anno, complice l’assenza delle uova, ha quintuplicato le vendite nei supermercati.

Altri invece utilizzando prodotti alternativi all’uovo composti da verdure come carote e fagioli cannellini.