Jamie Oliver scaglia frecciatine contro il fine dining

Jamie Oliver ha deciso di scagliare frecciatine alquanto velenose contro il fine dining. Proprio mentre si accinge ad aprire un nuovo ristorante di alto livello. Sorry, what?

Jamie Oliver scaglia frecciatine contro il fine dining

Durante un’intervista rilasciata a The Time Magazine ecco che Jamie Oliver non si è certo fatto sfuggire l’occasione di lanciare qualche frecciatina assai velenosa sul fine dining. La cosa però curiosa non è tanto il tenore dei suoi commenti, quando il fatto che lui stesso sta per inaugurare il suo nuovo ristorante, il Jamie Oliver Catherine St. che sarà anche esso un locale di fascia alta. Eh? Cioè, si sta auto criticando in pratica? No, più probabilmente si tratta di un mix di pubblicità e del fatto di sviare l’attenzione dalla piccolissima questione del fallimento della sua attività di ristorazione, con annessa chiusura della catena Jamie’s Italian, debiti per 83 milioni di sterline e il licenziamento di quasi 1.000 dipendenti.

Ehi, ma chi va a pensare a queste cose quando stai per aprire un ristorante di fascia alta se subito prima ti metti a criticare i ristoranti eleganti? Ristoranti eleganti degli altri, ovvio.

Perché Jamie Oliver ce l’ha con il fine dining?

jamie oliver chef

Jamie Oliver ha sostenuto che alcune catene di ristoranti eleganti si limitano ad assemblare il cibo, facendo affidamento solo sul cibo e ingredienti già preparati e pronti. Effettivamente, andando al di là dell’acqua tirata al suo mulino, forse qualche fondo di verità le sue parole ce l’hanno.

Talvolta capita di vedere anche cucine di un certo livello utilizzare l’albume già pronto al posto di separare centinaia di uova ogni giorno per preparare le meringhe. E anche il pane: anche quei ristoranti che propongono solo pane fatto in casa, davvero riescono a cuocere tutto quel pane ogni giorno?

Jamie Oliver sta puntando ad aprire duecento ristoranti Jamie Oliver sta puntando ad aprire duecento ristoranti

Ovviamente poi Oliver ha ribadito che nei suoi ristoranti è tutto diverso visto che da lui tutti i piatti sono preparati sul momento, senza utilizzare cibi o ingredienti già pronti. Sarà vero? Difficile a dirsi, ma dopo parole del genere gli conviene che lo sia: se mai saltasse fuori anche nella sua cucina una sola confezione di albume liquido, sai che linciaggio mediatico da parte degli altri chef?

Oppure potrebbe fare spallucce come ha fatto Gordon Ramsay. Dopo anni passati a predicare bene su Kitchen Nightmares l’importanza di servire cibo appena cucinato ecco che era razzolato male quando nel 2009 aveva servito cibi già pronti nei suoi gastro-pub londinesi, fra l’altro applicando enormi ricarichi. Ebbene, si era forse demoralizzato per tutto ciò? Assolutamente no: al grido di “Fate come io dico, ma non fate come io faccio” ecco che da poco, dopo aver passato anni e anni a frantumare zabaioni, si fa per dire, criticando i cibi surgelati, ecco che adesso ha lanciato lui stesso una linea di piatti pronti surgelati tramite Walmart.

Tornando a Jamie Oliver, però, nonostante le sue critiche nei confronti del fine dining, lui adesso è pronto per lanciarsi in un altro locale di fascia alta. Perché come diceva un saggio “la coerenza è l’anima della mediocrità”.