La quarta stagione di The Bear si prende i complimenti del Noma

La quarta stagione di The Bear è uscita da una manciata di giorni, e si è presa le congratulazioni di un gruppo di vecchi amici - lo staff del Noma.

La quarta stagione di The Bear si prende i complimenti del Noma

C’è chi potrebbe pensare che The Bear parli di ristorazione. Il che è vero, ma solo in parte. Altri potrebbero pensare che parli di stress, di ambizione, di nevrosi. Vero: ma fino a un certo punto. Parla dunque forse di bicipiti e riccioli biondi? Forse. Quel che è certo è che esiste un posto che è stato ispirazione e luogo di pellegrinaggio e palestra, per personaggi e attori: il Noma di Copenaghen.

Nulla di troppo nuovo, diranno i nostri lettori più attenti. Un anno fa circa Jeremy Allen White e compagnia sono stati ospiti della celeberrima insegna danese, dove hanno imparato – tra le altre cose, di fatto – a tagliare il calamaro. Gita didattica o ritiro più o meno spirituale per spingere gli attori a perdersi nei propri ruoli: entrambe le risposte sono corrette. Vediamo perchè.

Dove finisce l’ispirazione?

René Redzepi

Il cast di The Bear è stato ospite del Noma, dicevamo; e pare dunque piuttosto normale – ma comunque carino e per niente scontato – che René Redzepi e la sua ciurma abbiano voluto fare loro gli auguri e le congratulazioni per la quarta stagione dello show, che di fatto ha fatto il suo ritorno sul piccolo schermo appena una manciata di giorni fa.

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The Bear parla di amore per il mestiere, ma tutti quelli che in vita loro hanno passato del tempo in prossimità dei fornelli sanno che bruciarsi è facile. C’è altro, insomma: c’è creatività e abuso, c’è trionfo e angoscia, c’è culto dell’eroe e il terrore di non essere o non sapere fare abbastanza.

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Questo è il dualismo che dà corpo alla narrazione di The Bear, e non a caso c’è chi si aspetta che la quarta stagione di cui sopra coincida con la chiusura del ristorante di Carmy (il protagonista, ndr). Ebbene: chi scrive nelle cucine del Noma non ci ha mai lavorato, né si è mai seduto a un tavolo, ma ha sentito delle numerose testimonianze che raccontano trattamenti severi e di stipendi nulli e soprattutto della ormai storica chiusura di gennaio ’23.

Le citazioni sono, se possibile, ancora più eloquenti. Pensiamo al ristorante-tempio-mecca gastronomica in cui Marcus, pasticciere interpretato da Lionel Boyce, si trasferisce durante la seconda stagione: c’è l’orto, c’è l’aria liturgica delle pinzette in cucina, c’è persino la stessa location (Copenaghen). E se pensiamo che più recentemente lo stesso Noma ha creato una serie tv… Chi sta ispirando chi?