Paella: quella di Valencia ottiene lo status di “Cultura protetta”

La città di Valencia in Spagna ha deciso di donare alla sua paella lo status di "Cultura protetta". Diventerà anche patrimonio dell'UNESCO?

Paella: quella di Valencia ottiene lo status di “Cultura protetta”

Avete presente la paella di Valencia? Ebbene, la città spagnola ha deciso di donare alla sua paella lo status di “Cultura protetta”.

Ma non finisce certo qui: il passo successivo è quello di inserirla nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Il fatto è che la città di Valencia è molto fiera della propria paella. Miguel Perez, funzionario del settore del turismo valenciano, spiega il perché di così tanto orgoglio nei confronti di questo piatto iconico a base di riso, carne e verdure.

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Miguele Perez ha spiegato che proteggere queste cose ora è il miglior modo per mantenere le tradizioni: solo così facendo in futuro potranno rimanere come sono. La paella si è sviluppata e trasformata nel corso dei secoli. Originariamente gli arabi riuscirono a coltivare con successo enormi raccolti di riso nella regione, ma è solo nel 1700, circa mille anni dopo, che compare il primo riferimento al riso alla valenciana, fatto con pollo e verdure.

Perez ricorda che potevano essere usati come ingredienti anche l’anatra o il coniglio visto che in Spagna abbondano. Pur essendoci molti modi per fare la paella, la ricetta della paella valenciana è una sola (la trovate qui, mentre qua ci sono tutti gli errori da non fare): donandole quello status, si vuole proteggere proprio questa specifica ricetta tradizionale che non prevede la presenza né di pesce né di chorizo.

Pur volendo proteggere la propria paella, i valenciani non disdegnano anche altre ricette creative. Proprio il 20 settembre si è tenuta la Giornata Mondiale della Paella e Valencia ha invitato gli chef a creare le proprie versioni. Perez ricorda con affetto quella ideata da uno chef irlandese che ha usato ostriche e birra Guinness per fare la sua paella.