Pandoro di Chiara Ferragni: per l’Antitrust si tratta di “Pratica commerciale scorretta”

Vi ricordate di tutta la questione del pandoro di Chiara Ferragni? Beh, pare che l'Antitrust abbia stabilito che si è trattato di una "Pratica commerciale scorretta"

Pandoro di Chiara Ferragni: per l’Antitrust si tratta di “Pratica commerciale scorretta”

A quanto pare qualcuno stava ancora pensando alla questione del pandoro di Chiara Ferragni, quello con lo spolvero rosa. E questo qualcuno era l’Antitrust che ha stabilito che tutta la vicenda era equiparabile a una “pratica commerciale scorretta”.

Perché l’Antitrust si è interessato del pandoro di Chiara Ferragni?

Chiara Ferragni, pandoro

Sulla vicenda era intervenuta anche Selvaggia Lucarelli che aveva spiegato per bene e in maniera chiara cosa fosse accaduto. Il sunto è questo: dal lancio promozionale del pandoro rosa di Chiara ferragni, sembrava che parte del ricavato delle vendite sarebbe andato a sostegno dell’Ospedale Regina Margherita.

Tuttavia Selvaggia Lucarelli, indagando un po’, aveva scoperto che più che beneficenza, il tutto sembrava essere un’operazione commerciale e di marketing travestita da beneficenza.

Se volete la versione lunga e dettagliata della vicenda la trovate qui e qui. La versione breve è che, messa così, la storia del pandoro rosa sembrava una sorta di operazione commerciale dove Chiara Ferragni veniva pagata per brandizzare il pandoro, mentre Balocco faceva una donazione libera che non era affatto collegata alla quantità di pandori venduta.

La storia sembrava finita lì. Forse qualcuno ci aveva ripensato quando, qualche tempo dopo, anche Fedez aveva fatto qualcosa di sospettosamente simile con le sue uova di Pasqua (anche qui c’era stata una spiegazione di questa strano mix fra beneficenza e marketing da parte di Selvaggia Lucarelli, con successiva replica di Fedez e spiegazione di come funzionava il tutto), ma di nuovo tutto sembrava essere caduto nel dimenticatoio.

D’altra parte di recente altre polemiche e flame avevano preso il posto di queste, basti pensare alla questione Bud Light o alla polemica che aveva coinvolto Benedetta Rossi. Ma c’era qualcuno che stava ancora rimuginando sul pandoro di Chiara Ferragni. E si trattava dell’Antitrust.

Agricoltore piange la distruzione dei tulipani, ma Selvaggia Lucarelli fa notare quello che non torna Agricoltore piange la distruzione dei tulipani, ma Selvaggia Lucarelli fa notare quello che non torna

A quanto pare, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva avviato un’istruttoria per quanto riguarda la Balocco spa Industria Dolciaria con il sospetto di una presunta pratica commerciale scorretta per quanto riguardava l’iniziativa commerciale nota come “Chiara Ferragni e Balocco insieme per l’ospedale Regina Margherita di Torino”, quella attiva fra novembre e dicembre 2022.

L’Antitrust aveva posto nei confronti di questa campagna commerciale le stesse obiezioni che aveva sollevato Selvaggia Lucarelli: il modo in cui l’iniziativa era stata presentata poteva indurre in errore i consumatori, facendo credere loro che potevano contribuire direttamente alla donazione in favore del nosocomio grazie ai loro acquisti. Ma così non era in quanto l’azienda aveva già stabilito quale fosse l’ammontare finale della donazione, indipendentemente da quanti pandori avrebbe venduto.

Anche Selvaggia Lucarelli ha poi commentato la notizia dell’indagine dell’Antitrust. Tramite un post su Instagram, la giornalista ha ricordato che si era occupata della vicenda su Domani e nel podcast Il Sottosopra, con grande meticolosità visto che da tempo segue il tema della cattiva beneficenza.

Lucarelli rammenta a tutti che la sua inchiesta fu del tutto ignorata dai giornali e che nessuno ne parlò. Anzi: quei pochi che lo fecero, lo fecero come se fosse una polemica (anzi: sottolinea che il suo lavoro era stato trattato come una “bega da rosicona”). La giornalista ammette che non sa come finirà, tutto dipenderà dagli esiti dell’indagine dell’Antitrust e della Guardia di Finanza. Tuttavia per lei rimane acora un’iniziativa opaca, portata avanti da Balocco e da Chiara Ferragni in “un modo che dovrebbe finire del manuale delle cose che si chiamano beneficenza ma dovrebbero chiamarsi operazione commerciale con una micro spruzzatina di beneficenza”.

Ecco il post in questione:

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