Pesticidi, l’Ue stringe sui prodotti nocivi per le api: ridotti i livelli massimi di due sostanze

L'Unione Europea ha introdotto nuove norme volte ad abbassare i livelli massimi di residui di due pesticidi nocivi per le api.

Pesticidi, l’Ue stringe sui prodotti nocivi per le api: ridotti i livelli massimi di due sostanze

Un’iniziativa per la tutela delle api che è diventata realtà: la Commissione europea ha introdotto nuove norme per abbassare i livelli massimi di residui tollerati di due particolari pesticidi negli alimenti. Le sostanze incriminate sono il clothianidin e il thiamethoxam, che secondo il parere dell’Efsa rappresenterebbero un notevole rischio per la salute dei nostri amici impollinatori. Le nuove restrizioni andranno naturalmente ad applicarsi a tutti i prodotti coltivati dai singoli Paesi membri, così come agli alimenti e ai mangimi importati dagli Stati esterni, proprio come avevamo avuto modo di anticiparvi qualche mese addietro.

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Ê bene notare, prima di proseguire, che l’impiego all’aperto sui campi delle due sostanze in questione era vietato già dal 2018: le nuove regole, dunque, si limitano fondamentalmente a ridurre gli attuali limiti tollerabili in parte anche grazie al potenziamento della sensibilità delle tecnologie usate per rilevare la loro presenza.

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L’introduzione di queste nuove particolari restrizioni va a chiudere un periodo particolarmente fitto di eventi per il settore dei pesticidi: pensiamo, in primis, a quanto emerso da un recente studio condotto nelle principali regioni agricole del Vecchio Continente, che ha dimostrato come grosse percentuali delle polvere delle case situati in tali zone contengano tracce di sostanze cancerogene.

Studio che è stato poi presentato durante una discussione parlamentare a Bruxelles inserendolo nella più ampia cornice della petizione Salviamo le api e gli agricoltori, che chiede alle autorità competenti un taglio netto e drastico dell’utilizzo dei pesticidi sintetici, pericolosi tanto per le api quanto per la salute umana. Richiesta che, naturalmente, ha trovato una forte resistenza, tanto da innescare un acceso dibattito che ha visto contrapporsi scienziati e attivisti contro gli esponenti politici.

La tesi di questi ultimi è piuttosto semplice: tagliare così radicalmente i pesticidi senza una soluzione concreta e pronta per mantenere una mole produttiva accettabile sarebbe, per dirla senza filtri, un suicidio. Questa stessa cautela non è tuttavia venuta a galla in un secondo evento chiave, che ha visto la Corte di giustizia europea stabilire l’illegalità delle continue proroghe concesse agli Stati membri per utilizzare sostanze chimiche a base di clothianidin e thiamethoxam nelle proprie coltivazioni.

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Cambia (leggermente) il contesto, ma non il nastro: la scelta ha innescato una forte protesta dei produttori di zucchero europeo, che senza tali sostanze sono apparentemente certi di perdere il raccolto. L’introduzione di nuove restrizioni come quelle annunciate in apertura d’articolo, tuttavia, sembrano passi nella giusta direzione; e il fatto che vadano a coprire anche il flusso in import (seppur a partire dal 2026, in modo da concedere ai Paesi terzi il tempo di adattarsi) significa opporsi concretamente all’aggiramento delle norme da parte delle aziende che lavorano in contesti con regole meno restrittive sull’uso dei pesticidi.