Piadina romagnola: il disciplinare accoglie nuovi varianti con farro, latte e miele

Il disciplinare della Piadina romagnola si amplia e apre alla possibilità di nuove varianti, come quella con farro, latte, miele e l'olio di semi di girasole.

Piadina romagnola: il disciplinare accoglie nuovi varianti con farro, latte e miele

Per tutti quelli che “Eh, ma la piadina romagnola deve essere fatta solo con farina, acqua, sale, strutto o olio d’oliva”: ebbene, sappiate che ora il Consorzio di tutela ha deciso di modificare il disciplinare di produzione della Piadina romagnola introducendo nuove varianti, fra cui anche quelle con farina di farro, latte, miele e olio di girasole.

Piadina romagnola: il disciplinare accetta le nuove varianti

piadina in padella

Certificata Igp, da sempre la piadina romagnola (da non confondere con la piadina sfogliata delle Marche) è stata realizzata con ingredienti base come farina, acqua, sale, strutto o olio d’oliva. Solo che il Consorzio si è trovato nella posizione di vedersi arrivare parecchie richieste da diverse parti del territorio per aggiungere al disciplinare anche quelle varianti che, ormai, sono riconosciute da molti come accettabili alternative all’uso degli ingredienti tradizionali.

Con la modifica del disciplinare, potrà essere considerata una Piadina romagnola Igp anche quella fatta con farina di farro. O anche quelle in cui vengono aggiunti latte vaccino, miele e olio di semi di girasole. In quest’ultimo caso, però, sarà accettata tale variante solo se l’olio di girasole sarà usato insieme all’olio extravergine d’oliva (e quest’ultimo dovrà essere presente in quantità maggiore).

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Il tutto con buona pace dei puristi della versione originale: è il Consorzio stesso ad aver modificato il disciplinare in tal senso. Ed è sempre il Consorzio a spiegarci perché si sia arrivati a una tale decisione. In pratica il Consorzio si è reso conto che ormai numerosi produttori integravano gli ingredienti di base in modo da realizzare prodotti più personalizzati.

Cosa che, effettivamente, succedeva anche quando la produzione era più casalinga e artigianale. Ogni famiglia, infatti, metteva il proprio tocco nella ricetta base, quella presente sul disciplinare. Fra questi ingredienti, quelli più gettonati sono il latte e il miele. Inoltre anche documenti storici attestano l’esistenza di queste varianti.

Grazie a questa modifica, un maggior numero di produttori, soprattutto imprese piccole, potranno partecipare alla produzione Igp, uniformando così le ricette al disciplinare e al sistema di controllo. In pratica la Piadina romagnola Igp diventa sempre più inclusiva, accettando varianti già ampiamente prodotte sul territorio.

Voi che ne dite? Siete fautori della ricetta originale a tutti i costi o, ammettetelo, anche voi utilizzate ingredienti segreti e preparazioni particolari nella realizzazione della piadina di famiglia? Magari con trucchi e segreti che si ereditano di generazione in generazione? Ma soprattutto: meglio la piadina romagnola o la piadina marchigiana?