Regno Unito, il governo pensa a un tetto ai prezzi alimentari nei supermercati

Il governo del Regno Unito sta progettando l'introduzione di un tetto ai prezzi dei beni alimentari di base per combattere il caro vita.

Regno Unito, il governo pensa a un tetto ai prezzi alimentari nei supermercati

Un tetto massimo per evitare che il prezzo dei prodotti alimentari di base salga verso vette troppo pericolose, da raggiungere tramite un accordo volontario con le principali catene di supermercati. Questo, spiegato in poche ma puntuali parole, il piano ventilato dalle autorità governative del Regno Unito per mettere un freno alla crisi che, da poco più di un anno a questa parte, ha strozzato il potere d’acquisto degli amici d’Oltremanica. Dati alla mano, i prezzi del cibo sono di fatti aumentati del 19,1% fino al mese di aprile 2023 – il tasso di crescita più alto degli ultimi 45 anni -, fomentati da un’inflazione salita ai massimi storici e determinando, di conseguenza, una migrazione da parte dei consumatori verso i prodotti e i marchi più economici.

L’idea di un tetto ai prezzi alimentari: l’idea del Regno Unito per combattere l’inflazione

spesa

La crisi, come abbiamo avuto modo di vedere a più riprese, ha anche investito il tradizionalmente florido settore dell’hospitality britannica – ossia, tanto per intenderci, ristoranti, pub, bar e attività affini – che, uscito barcollante dal Covid e messo in ginocchio dagli aumenti dei costi (in particolare delle risorse energetiche), ha visto il numero dei propri clienti – e di conseguenza dei propri introiti – diminuire costantemente. D’altronde, quando la vita pare sempre più cara, la serata al pub o la cena al ristorante rischia di scivolare in basso nella lista delle proprietà.

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Ma torniamo al nostro tetto sui prezzi alimentari – tanto per cominciare è bene notare che si tratta tuttora di una eventualità in fase di discussione. L’idea, come accennato in apertura di articolo, è quella di collaborare con le principali catene di supermercati attive nel Regno Unito lasciando loro lo spazio di manovra necessario a selezionare quali e quanti articoli fare rientrare nell’iniziativa.

“Non ci sarà alcun elemento di costrizione” ha spiegato a tal proposito il segretario alla salute Steve Barclay. “Si tratterà semplicemente di avere discussioni costruttive con i supermercati per capire come lavorare insieme” ha continuato, sottolineando che l’intenzione del governo è di fatto quella di proteggere anche “i fornitori che a loro volta stanno affrontando notevoli pressioni”.

La misura, che tra l’altro segue la scia di una iniziativa simile vista in Francia, sta suscitando tuttavia qualche dubbio circa la sua efficacia: “Tutto questo non farà alcuna differenza” afferma Andrew Opie, direttore di cibo e sostenibilità del British Retail Consortium. “Gli alti prezzi dei prodotti alimentari sono il risultato diretto dell’aumento dei costi di energia, trasporti e manodopera, nonché dei prezzi più alti pagati ai produttori di alimenti e agli agricoltori. Piuttosto che ricreare i controlli sui prezzi in stile anni ’70, il governo dovrebbe concentrarsi sulla riduzione della burocrazia in modo che le risorse possano essere indirizzate a mantenere i prezzi più bassi possibile”.