Spesa: i prezzi mondiali dei generi alimentari calano per il sesto mese consecutivo (-1,1%)

I prezzi mondiali dei generi alimentari calano per il sesto mese consecutivo: la Fao indica una flessione dell'1,1% per quanto riguarda settembre.

Spesa: i prezzi mondiali dei generi alimentari calano per il sesto mese consecutivo (-1,1%)

Sei mesi consecutivi con il segno meno, eppure il carrello della spesa continua a svuotarsi sempre più. Secondo le più recenti rilevazioni della Fao, infatti, i prezzi mondiali dei generi alimentari sono calati per il sesto mese consecutivo, chiudendo di fatto settembre con un calo dell’1,1%: importante notare, tuttavia, che di fatto i prezzi medi rimangono comunque superiori del 5,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

spesa scontrino

Il calo in questione è soprattutto determinato, secondo la lettura proposta dalla Fao, dalle brusche flessioni delle quotazioni del 6,6% degli oli vegetali, il più basso mai registrato dall’ormai lontano febbraio 2021, che hanno di fatto controbilanciato la crescita dell’1,5% dell’indice dei prezzi dei cereali. Notevole, in questo contesto, soprattutto l’aumento del grano (+2,2%), dovuto tanto alle più recenti dichiarazioni di Vladimir Putin quanto ai timori legati alla siccità in Argentina e Stati Uniti; e del riso (+2,2%), in risposta alle nuove politiche di esportazione in India e ai timori legati alle gravi inondazioni in Pakistan. Lievemente meglio per quanto riguarda i prodotti lattiero-caseari (-0,6%), la carne (0,5%) e lo zucchero (-0,7%).

Tornando sulle note dolenti, si segnala poi un calo nelle previsioni relative alla produzione mondiale di cereali per il 2022, che attualmente indicano una mole complessiva di 2.768 milioni di tonnellate, pari a una flessione dell’1,7% rispetto al 2021; e una diminuzione nella produzione di riso (-2,4% su base annua, anche se di fatto ancora al di sopra dei valori di media). Ritoccate verso l’alto dell’1%, invece, le stime del grano, calcolando un volume di 87,2 milioni di tonnellate: se confermato, si tratterebbe di un nuovo record di produzione, reso possibile da raccolti più abbondanti del previsto nell’Ue e nella Federazione russa.