Starbucks invade l’Italia un Frappuccino alla volta

Starbucks invede l’Italia un Frappuccino alla volta. La catena americana di caffetterie aprirà a Milano, Roma e in altre città italiane

Starbucks invade l’Italia un Frappuccino alla volta

Due mesi e mezzo dopo l’apertura della Reserve Roastery in piazza Cordusio —oltre 2000 metri quadrati che ne fanno il tempio del caffè americano in Europa– Starbucks ha inaugurato la seconda caffetteria a Milano, cinque vetrine in corso Garibaldi e un dehor su piazza XXV aprile, in pieno centro storico.

Questa volta, come dicevamo ieri, le icone della Starbucks Experience conosciute in molte metropoli internazionali ci sono tutte, dalla Sirena del marchio ai bicchieroni d’asporto, dai blueberry muffins fino al Frappuccino.

[Starbucks ha aperto la seconda caffetteria a Milano]

Proprio così, accanto al caffè, 1.30 euro, e al cappuccino, 1.80 euro, è arrivato a Milano anche l’atteso Frappuccino, per la precisione Coffee Frappuccino e Cream Frappuccino, entrambi da 4,70 a 5,30 euro.

Oltre a una miscela solo Arabica importata dalle piantagioni sostenibili in Costa Rica, i 28 dipendenti impegnati nella nuova caffetteria serviranno anche brioche, cornetti, crostate, e poi insalate e panini preparati al momento, cioè una serie di proposte personalizzate in base ai gusti italiani. Anche i toni caldi dell’arredo ricordano i bar storici di Milano: bancone in marmo, pavimenti in legno, finiture in bronzo e ottone.

Sabato aprirà il terzo Starbucks milanese, 280 mq. in piazza San Babila all’angolo con via Durini. Il 29 novembre sarà la volta di Malpensa, con 350 mq. all’interno dell’aeroporto.

[Starbucks a Milano: in anteprima le foto della Reserve Roastery]

Ma la corsa non si ferma: a inizio 2019 debutterà una nuova caffetteria nei pressi della Stazione Centrale. L’investimento medio per ogni negozio sarà tra i 500 e i 700mila euro, a seconda delle dimensioni.

A dirigere l’arrivo di Starbucks in Italia, il gruppo Percassi, che gestirà in franchising tutte le nuove aperture (mentre la Reserve Roastery è gestita direttamene dalla multinazionale americana) ha chiamato Roberto Masi, 54 anni, un passato in Carrefour e McDonald’s.

In un incontro con la stampa, il manager ha presentato la mappa disegnata da Howard Schultz, fondatore nel 1983 e attuale presidente di Starbucks, insieme a Percassi.

[Starbucks a Milano: ma quale sovranismo del caffè, la polemica è sui prezzi]

L’anno prossimo verrà consolidata la presenza su Milano con una nuova caffetteria all’interno di Citylife, oltre alla prima apertura a Roma. Seguiranno poi Firenze, Bologna, Verona, Venezia e Torino. Il focus, oltre che sui centri città, sarà su aeroporti, stazioni, e centri commerciali. Il piano di sviluppo è a medio termine, serviranno all’incirca 5 anni.

«Apriremo negozi al ritmo di 12-15 l’anno, ma per essere redditizia una città come Milano dovrebbe averne 20-25. Così Starbucks potrebbe creare 750 posti di lavoro solo nel capoluogo lombardo. Le retribuzioni del personale rifletteranno il piano azionario di cui beneficiano i dipendenti diretti di Starbucks».

Come per la Reserve Roastery di Piazza Cordusio con Rocco Princi, titolare di una nota catena di panetterie milanesi, anche le altre caffetterie avranno un partner locale per la fornitura dei prodotti di pasticceria.

[Come sarà Starbucks in Italia? Indizio: ci sono gli alcolici]

È Ol Pastisser di Clusone, in provincia di Bergamo (la città dov’è nato Percassi), il laboratorio artigianale della famiglia Maringoni che, dopo aver realizzato con l’aiuto di Starbucks un centro di produzione ad hoc, produrrà in esclusiva per le caffetterie italiane della multinazionale americana.

[Crediti | Il sole24Ore, immagine di copertina: Repubblica Milano]