Stati Uniti, “groviera” è “un’etichetta comune” e può essere usata per i formaggi americani

La parola "groviera" è una "etichetta comune", hanno deciso i giudici statunitensi: niente da fare per i produttori svizzeri e francesi.

Stati Uniti, “groviera” è “un’etichetta comune” e può essere usata per i formaggi americani

Una vittoria a stelle e strisce: la parola “groviera” altro non è che una “etichetta comune” per indicare il formaggio, e pertanto non può essere riservata solo al tipo prodotto originario della Francia e della Svizzera. Una sentenza che lascia poco spazio ai dubbi, quella a cui è giunta la corte d’appello della Virginia che si è occupata del secondo round di una vicenda ha, in realtà, radici ben più profonde: ci tocca infatti attivare la nostra fidata macchina del tempo e tornare indietro di un annetto circa, quando il consorzio di produttori di formaggio svizzeri e francesi della regione limitrofa alla città di Gruyères intentarono una causa dopo che il Trademark Trials and Appeals Board federale negò una domanda di protezione del marchio nel contesto statunitense.

Groviera: il conflitto tra i produttori europei e i giudici americani

giudice

La questione, a onore del vero, fu piuttosto semplice: il consorzio affermava che il termine “groviera” potesse essere utilizzato solo ed esclusivamente nella zona che include il distretto Gruyère, mentre i giudici a stelle e strisce rispondevano che no, i consumatori americani non associano quel nome a un formaggio prodotto specificamente in quella regione. In altre parole, si tratta di una “parola comune”, usata per indicare un prodotto internazionale.

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Il consorzio, come potrete aver intuito, non si è certo arreso, e ha portato la questione al proverbiale secondo round che, come vi abbiamo spiegato in apertura di articolo, si è nuovamente concluso con una vittoria americana. Gli Stati Uniti, hanno spiegato a tal proposito i giudici, non hanno le stesse rigide regole circa la denominazione di origine degli alimenti che invece caratterizzano i prodotti europei.

A maggior ragione basti dare una veloce occhiata a quanto stabilito dall’autorità statunitense di settore, la Food and Drug Administration: gli standard riconosciuti comprendono la presenza di “piccoli buchi” o di un processo di invecchiamento dalla durata di almeno 90 giorni, ma a onore del vero non vengono riportati criteri sulla effettiva provenienza geografica.

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“Il formaggio, indipendentemente dal luogo di produzione è stato etichettato e venduto come groviera in America per decenni” ha spiegato a tal proposito la corte, citando i centri di produzione tuttora operativi in Wisconsin e, spostando lo sguardo verso il Vecchio Continente, anche in Olanda, Germania e Austria. Les jeux sont faits, in altre parole: l’Interprofession du Gruyère, organizzazione che rappresenta i produttori del groviera in Svizzera, e l’organizzazione analoga in Francia, non possono fare altro che rassegnarsi e leccarsi le ferite.