Uk: 2500 supermercati toglieranno la data di scadenza da frutta e verdura per ridurre gli sprechi, e noi?

Circa 2500 supermercati d'Oltremanica rimuoveranno la data di scadenza da frutta e verdura per combattere lo spreco alimentare.

Uk: 2500 supermercati toglieranno la data di scadenza da frutta e verdura per ridurre gli sprechi, e noi?

Rimuovere le date di scadenza per ridurre gli sprechi alimentari e, perché no, contestualmente aiutare i consumatori a risparmiare qualche soldino in po’. Si tratta dell’iniziativa adottata da 2500 supermercati del gruppo Coop operanti sul territorio del Regno Unito – una mossa apparentemente semplice ma che potrebbe rappresentare una risposta concreta allo spreco di cibo. La risposta di pancia, ad apprendere di notizie come questa, non può che essere una: “Ma come, e se vendono roba scaduta?”. La chiave, in questo caso, sta nell’interpretare le parole: la “data di scadenza” (spesso espressa con la dicitura “da consumare preferibilmente entro”) di questi prodotti non dovrebbe infatti essere intesa come un’autorità assoluta che separa il via libera al consumo al mal di pancia estremo, ma come una semplice indicazione. Importante notare, per di più, che frutta e verdura conservate in frigorifero sono in grado di superare di gran lunga le indicazioni “democristiane” delle date di scadenza.

Un programma già visto

spreco alimentare

Tutto chiaro, insomma: la data di scadenza, che nel caso di questi prodotti appare nella dicitura “da consumare preferibilmente entro”, rischia di creare suggestioni che potrebbero portare a buttare via del cibo altrimenti perfettamente commestibile. Come faranno, tuttavia, i dipendenti dei supermercati stessi a orientarsi senza data di scadenza? Semplice: i prodotti saranno dotati di codici crittografati (ossia, per intenderci, una serie di lettere e numeri) che permetteranno di tenere traccia del tempo passato sugli scaffali.

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Se vi pare di aver già letto di misure del genere è perché, con ogni probabilità, l’avete fatto: solamente quest’estate la catena di supermercati britannica Waitrose decise di rimuovere la data di scadenza da circa 500 prodotti alimentari freschi; e in una vena simile altre catene d’Oltremanica presero a vendere la frutta e la verdura danneggiate dalla siccità per tutelare gli agricoltori e al contempo combattere lo spreco di cibo.

Le linee guida della Food Standards Agency (FDA), d’altronde, sono chiare; e invitano i consumatori a notare la differenza tra la data di scadenza vera e propria e la dicitura “da consumare preferibilmente entro“. Quest’ultima, infatti, viene utilizzata per indicare la sola qualità di un prodotto: mangiarlo oltre la data in questione non vi spedirà all’ospedale con crampi allo stomaco insopportabili, ma semplicemente il prodotto potrebbe non presentarsi al meglio delle sue qualità organolettiche. Le seconde, invece, riguardano più strettamente la sicurezza alimentare; e riguardano tendenzialmente i cibi che vanno a male rapidamente come la carne o il latte.

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Come accennato in precedenza, frutta e verdura, se tenute in frigorifero, possono durare molto più a lungo di quanto suggerito dalla dicitura di scadenza. L’organizzazione benefica ambientale Wrap, ad esempio, ha eseguito dei test e concluso che i broccoli possono durare circa due settimane e le mele possono durare più di due mesi.

Che si fa, nel frattempo, dalle nostre parti? Con la crisi idrica in corso e i dati sullo spreco alimentare che condannano l‘Italia a stare sopra la media europea proposte di questo tipo potrebbero rappresentare risposte utili a contenere i costi, ma al momento bisogna accontentarsi di iniziative come quella dell’app di delivery Gorillas.

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