Una giornalista turca è stata licenziata a causa di una tazza di Starbucks

Una nota giornalista turca è stata licenziata (insieme al direttore del tg) per una tazza di Starbucks: vediamo il motivo.

Una giornalista turca è stata licenziata a causa di una tazza di Starbucks

Una gaffe (con un potenziale fondo malizioso, come vedremo più avanti) che ai nostri lettori più nerdacchioni potrebbe ricordare quell’episodio dell’ultima stagione del Trono di Spade in cui una tazza della sirena in verde fece la sua comparsa sul tavolo di Daenerys Targaryen. Se allora l’incidente fu commentato con bonaria rassegnazione (tant’è che, ad anni di distanza, è una delle poche cose che la gente ricorda della famigerata ottava stagione), la sua declinazione più recente ha portato a licenziamenti e indignazioni. Ma come, tutto per una tazza di Starbucks?

La protagonista della nostra vicenda è Meltem Gunay, nota giornalista dell’emittente televisiva turca TGRT Haber, rea di essere andata in onda con accanto una tazza di Starbucks, il logo ben visibile all’occhio elettronico della telecamera.

Galeotta fu la tazza con la sirena

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Una leggerezza grave, che come accennato in apertura di articolo ha eventualmente portato al suo licenziamento. Scrive il Corriere della Sera: “Meltem Gunay è andata in onda durante il notiziario del 24 dicembre con una tazza di Starbucks sul tavolo suscitando indignazione tra i telespettatori”.

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Una scelta importante e una conseguenza importante – tant’è che a rimetterci la “testa”, oltre a Gunay, è anche stato lo stesso direttore del telegiornale. I piani alti del canale televisivo, naturalmente, hanno motivato la propria decisione con un puntuale comunicato stampa: “Secondo i principi della nostra azienda, è vietato al conduttore apparire su TGRT Haber per fare pubblicità occulta” si legge. “Il conduttore e il direttore del telegiornale sono stati licenziati per giusta causa”.

I nostri lettori più attenti avranno tuttavia intuito che, dietro alle pur legittime parole dell’emittente televisiva, si nasconde una motivazione di matrice politica. È infatti bene notare che, in Turchia, Starbucks è considerata un’azienda schierata a favore di Israele: la sopracitata “indignazione” dei telespettatori, possiamo immaginare, sarà dipesa anche e soprattutto da questo.

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Non è d’altro canto la prima volta che Starbucks si trova a doversi confrontare con le conseguenze della guerra tra Israele e Hamas. L’azienda, di stampo evidentemente occidentale, ha ad esempio dovuto affrontare un boicottaggio commerciale in Marocco – un boicottaggio esteso al punto da fare trapelare le voci che il colosso del caffè abbia intenzione di abbandonare il Paese.

Starbucks non è naturalmente la sola ad essersi trovata alla prese con situazioni di questo tipo: il Medio Oriente si sta organizzando in una vasta operazione di boicottaggio verso i grandi marchi occidentali – McDonald’s, Coca Cola, Domino’s Pizza e via dicendo – a causa della loro presunta vicinanza alla causa di Israele.