Dilemmi: andare o no a Le Grand Fooding di Milano?

Dopo Parigi e New York, il 15 ottobre arriva a Milano, Le Fooding, serata-evento itinerante ideata da Alexandre Cammas a base di cibo, musica e vini d’eccellenza. Le Fooding, sintesi di food e feeling, coinvolgerà tutti i sensi grazie a un mix di 10 chef (tra cui Cracco, Scabin, Bottura, Redzepi, David Chang), oltre ad artisti, musicisti e designer, che renderanno l’evento unico nel suo genere.

A – Poffarre, unico nel suo genere? Ma come, sono 4 anni che si fa questa roba, in Italia e all’estero, e nessuno se l’è mai filata. Ora invece diventa addirittura unica nel suo genere?
B – Lo sapevo, la solita chiave di lettura preconcetta. Senti, lo spirito che caratterizza Le Fooding dall’inizio (1999) è una figata: informalità, avvicinabilità, rock&roll, cibo buono e situazioni amichevoli (un tratto tipico è stato il picnic, ad esempio).

A – No, scusa, ma tu il pic-nic me lo chiami creatività? E poi chiediamocelo: esiste la creatività in questo settore?
B – Qui si parla di cuochi, musicisti, scrittori, tatuatori (leggiti questo articolo del New Yorker – mica bruscolini – che racconta dieci anni di storia de Le Fooding), una commistione di generi perfettamente riuscita.

A – Bleah! Commistione di generi. Personalmente conosco gastrofanatici che i dj li strozzerebbero con le loro mani. Alla storia che la commistione di generi piace, io NON-CI-CREDO.
B – Sei il solito snob. Guarda che le vere star di Le Fooding sono chef stellari, tra questi alcuni eroi bistronomici (grande cibo ->piccoli prezzi) vedi Redzepi del Noma (1° ristorante al mondo per la classifica San Pellegrino), David Chang della galassia Momofuku di New York, Inaki dello Chateaubriand di Parigi.

A – C’è anche Bottura se non sbaglio, fior di nomi, complimenti. Poi magari finisce tutto in vacca come al Taste of Milano.
B – Il confronto con il Taste of Milano non si dà proprio: il biglietto di ingresso costa 25 euro (22 per il Taste) e comprende tutto: cibo, musica e vino (al Taste ogni assaggio si pagava a parte).

A – Che poi comunque, alla fine, Cracco, Scabin, Bottura, son sempre le stesse facce.
B – Ho capito che non ti piace Le Fooding ma non puoi dire qualsiasi cosa per denigrarlo. Per esempio, in comune con il Taste ci sono solo Cracco e Aimo e Nadia. Eppoi, considerala una sfida all’establishment culinario.

Senti, se tu pensi quindi sei, io sono perché dubito, capito? E così mi sono risparmiato parecchie fregature, tipo il Taste of Milano, appunto. Sai cosa faccio, lo chiedo ai lettori di Dissapore se il venerdì 15 ottobre andranno o no a Le Fooding.

[Fonti: gli editor di Dissapore, Le Fooding, New Yorker, immagine: Le Grand Fooding]