Cous cous, quante tipologie esistono?

Quante tipologie esistono, per tipo di grana, provenienza o preparazione, dalla Sicilia con il cous cous trapanese al cascà sardo fino al maftoul palestinese.

Cous cous, quante tipologie esistono?

Amore puro, per il cous cous, confermate? Oggi approfondiamo quante tipologie esistono, sia per tipo di grana, che per provenienza o preparazione, dal più conosciuto cous cous trapanese, al cascà sardo, al meno noto ma sempre siculo frascatole, fino ad arrivare al maftoul e a quello israeliano.

Il cous cous (scritto anche “cuscus” o “couscous”) è una pietanza originaria del nord Africa, soprattutto nel Maghreb, ma è autoctono anche da noi in Italia in Sicilia soprattutto. Si tratta di semola lavorata a granelli più o meno spessi, bolliti o cotti a vapore a seconda della provenienza, e conditi con pesce, carne, verdure. Si tratta di una pietanza sempre conviviale, che in nord Africa si prepara nella tajina ovvero l’apposita pentola di terracotta che si presenta poi al centro della tavola. La maggior parte di noi acquista e cucina cous cous precotto, che deve solo essere rinvenuto in acqua: ecco 5 errori da evitare.

Cous cous a grana fine, media o spessa

cous cous

Il cous cous può essere composto da grani di diverse dimensioni: dal quello fine, a quello a grana spessa o grossa. La scelta di una grana rispetto a un’altra dipende innanzitutto dai gusti personali, ma anche dal tipo di condimento che si vuole proporre ovvero se più brodoso o asciutto.

Cous cous trapanese

cous cous trapanese

Il cous cous trapanese, regione Sicilia, comprende in realtà anche le zone limitrofe come San Vito Lo Capo: proprio qui, in fatti, ogni anno si svolge il Cous Cous Fest, una competizione che coinvolge il mondo. Nel 2019, il Cous Cous Fest è stato vinto dal Senegal. Il cous cous trapanese è condito con la “ghiotta” che è un brodetto di pesci misti (scorfano, molluschi, anguille, cernia, gallinella).

Ecco la nostra versione di cous cous di pesce.

Cascà sardo

cascà sardo

Il cascà è una variante sarda di cous cous con verdure, che in passato era una pietanza povera chiamata “cashcà” ed era preparata con ceci, cavolo e cavolfiore. In epoca recente è diventato un piatto delle feste, soprattutto in occasione di San Carlo, e il piatto si è evoluto includendo altre tipologie di verdure e spesso anche carne suina.

Cous cous integrale

cous cous integrale

Il cous cous integrale è reperibile in commercio anche nella versione precotta, è più scuro e richiede una tempistica di cottura leggermente maggiore. Risulta differente, sia come sapore che come consistenza: rimane più sgranato e meno morbido e “burroso”.

Maftoul palestinese

maftoul

Cotto in un’apposita pentola a vapore (che è l’unico metodo di cottura previsto, a differenza de cous cous nordafricano), Il maftoul è tipico palestinese e il suo nome significa “rotazione” in quanto richiama il movimento delle mani per produrre questo tipo d cous cous.

Frascatole

frascatole

Sempre in Sicilia – ma a Marsala, Mazara del Vallo e nelle Egadi – è comune una tipologia di cous cous che si chiama frascatole: palline di semola impastate, cotte poi a vapore e condite con pesce.

Cous cous israeliano

cous cous israeliano

Il cous cous israeliano è anche chiamato cous cous in perle, dal momento che i granuli di semola sono piuttosto grossi. Ha origini molto antiche, ma storia racconta che sia diventata una pietanza affermata con l’arrivo del popolo ebreo dopo l’indipendenza di Israele.

Cercate qualche bella ricettina? Le trovate tutte in questo link.