Mad Heidi, intolleranti al lattosio contro il formaggio svizzero nazista

In una Svizzera distopica e nazista (e razzista) in cui il formaggio è l'arma del governo, Heidi salva gli immigrati intolleranti al lattosio per amore di Peter il pastore.

Mad Heidi, intolleranti al lattosio contro il formaggio svizzero nazista

Le parti ci sono tutte: la protagonista ovviamente, Peter, il Nonno, il cane Nebbia, c’è lo Jodel, persino Clara e la Signorina Rottermeier. Solo che il film Mad Heidi (in streaming su Amazon Prime Video) racconta di un futuro distopico in cui la bimba cui le caprette fanno ciao ha circa 25 anni, e si trova a combattere il governo svizzero mettendosi a capo di una sorta di Resistenza. Folle, nevvero? E non sono ancora entrata nei dettagli. Sì perché parliamo di un governo svizzero nazista e militarizzato che ha come arma di assoggettamento (decisamente un eufemismo) il formaggio Ultra-Svizzero e un esercito che sta a metà tra le SS e Ken Shiro (quindi Ken SShiro. Chiedo scusa). E parliamo di una resistenza composta da chi cerca di difendere l’esistenza degli “immigrati intolleranti al lattosio“, ovviamente perseguitati e uccisi dal governo. Una parabola familiare, insomma, che sfocia in un epilogo veramente grottesco e a tratti splatter.

Sono sincera sostenendo che Mad Heidi a mio parere sia al contempo geniale e orrendo: non riesco veramente a prendere una posizione ma so solo che, una volta cominciato, non si riesce a interrompere. Diretto da Johannes Hartmann e Sandro Klopfstein, è stato tuttavia “finanziato da fan provenienti da tutto il mondo, registi appassionati ci hanno lavorato per anni (ndr. almeno cinque, ed è uscito nel 2022 non senza ostacoli). Nessuno Studio, nessuna grande azienda: solo la passione per il cinema“, come annunciano a inizio film. Si parla quindi di un film indipendente, di Swissploitation films in coproduzione con Swiss radio and Television, di retrogusto tarantiniano e pulp.

In tutto ciò, è interessante come per rappresentare allegoricamente uno dei momenti più tragici della storia umana abbiano scelto proprio il cibo. La razza superiore che cresce a Regime e formaggio, il popolo degli intolleranti al lattosio annoverati come macchia nella supremazia nazista elvetica per un problema che non dipende da loro, lo spaccio di formaggio di capra (che è naturalmente privo di lattosio) punito con l’uccisione a freddo. C’è anche un’auto-critica sarcastica da parte degli svizzeri, che nel film cercano di sbaragliare la concorrenza (i francesi “mangia brie” su tutti) usando il proprio formaggio svizzero iconico con i buchi.

Una strana propaganda per l’Emmentaler

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Posto che probabilmente non era di minimo interesse da parte dei produttori mettere in buona luce il formaggio svizzero in questione, ma ragionarci viene spontaneo. Un conto è puntare con ironia sul concetto di superiorità dello svizzero con i buchi e sull’orgoglio nazionale che una DOP può veicolare. Un altro conto è perseguire tali scopi mostrando la copia esatta dell’Emmentaler – ex “emmental”, nome comune ad altre tipologie di formaggio e ad altre nazioni – come alimento cardine di un regime nazista violentissimo.

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Lui, l’Emmentaler, bello carico di latte svizzero purissimo, ingrossa i muscoli e ti convince che vada tutto bene. Anzi, non solo rende gli svizzeri comuni Ultra-Svizzeri lottatori che padroneggiano la Jodel-mattanza nell’arena, a mo’ di centurioni… rende Ultra-Svizzeri anche i francesi, che “cedono” e si mettono a mangiarlo. Emmentaler uber alles insomma, giusto per citare l’inno tedesco preso nel film come palese ispirazione.

Peter, lo spacciatore immigrato di formaggio di capra

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Peter non è più il ragazzino montanaro che gioca tra le balle di fieno insieme alla piccola Heidi, no: è il bel pastore di capre che nelle balle di fieno, con Heidi, fa ben altro. Un personaggio stupendo, che sembra ambiguo e che in paese cammina con aria da bullo del quartiere ma solamente per una ragione: è lo spacciatore più potente, di “roba buona”. La “roba” fuorilegge non è cocaina ma il formaggio di capra (delle proprie capre felici), che è quasi privo di lattosio ed è quindi fonte di sano nutrimento per tutti coloro che rifiutano (loro malgrado, tra l’altro, o forse no) il super svizzero e lattosio-dotato formaggio del governo.

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Proprio questo è il punto: nel film, l’intolleranza al lattosio è trattata come sovversione, una forma-mentis, non un problema metabolico oggettivo bensì una scelta politica da immigrato impuro. Non a caso, molti sovversivi tra cui Peter stesso sono inequivocabilmente non originari della Svizzera. Se sei intollerante al lattosio allora è perché sei intollerante al governo e al leader pazzo Meili. Quindi vai “educato” allo svizzerismo, oppure eliminato con un bel Toblerone (i cui eredi si sono aggiudicati la villa di Silvio Berlusconi) inchiodato nel cervello. O una fonduta rovente versata sulla faccia. Rest in cheese! (cit.)

Il formaggio si perde sul finale, ma la morale c’è

Si sfiora l’allegoria della rivalsa dei repressi sul potere forte nazista. Il Nonno a capo dei vecchi rivoltosi che fiancheggiano ora Heidi nel suo tentativo di distruggere il sistema; Clara che si spezza la schiena durante uno Jodel-combattimento nonostante si sia ingozzata di formaggio svizzero e si unisce alla compare stando in sedia a rotelle; Heidi in costume tradizionale e treccine (che ricorda però più Sailor Moon che Xeena), istruita alla lotta dalla dea “Motherland” elvetica per debellare la “Fatherland” nazista. In tutto ciò purtroppo il formaggio si perde via, ma vale comunque la pena vedere Mad Heidi fino all’ultimo fotogramma, con una svizzera doc (anzi DOP) combattere il nazismo/razzismo dei connazionali per amore di un immigrato.