Il primo locale a insegna Sophia Loren Restaurant fece il suo debutto a Firenze nell’ormai lontano aprile del 2021. Poi, forti delle consulenze di Gennaro Esposito e Francesco Martucci, arrivano le aperture a Milano, Bari, Hong Kong. Ad aprile 2024 il corridoio si riempie di voci su di una potenziale apertura in Giappone. A luglio 2025 arriva il taglio del nastro.
L’apertura, stando a quanto riportato da Pambianco News, è stata favorita dalla partnership tra tra Dreamfood di Luciano Cimmino, che gestisce il progetto di ristorazione, e Land Business, società quotata presso la Borsa di Tokyo. Gli accordi sono ambiziosi: cinque ristoranti in tre anni, con il primo che arriverà a metà dell’anno prossimo nella capitale nipponica.
Cosa sappiamo del primo ristorante Giapponese
Il primo Sophia Loren Restaurant nel Paese del Sol Levante sorge in quel di Kamakura, una delle destinazioni turistiche più celebri del Giappone, a 40 minuti circa di treno da Tokyo; e dopo il sopracitato acuto a Hong Kong rappresenta il secondo avamposto asiatico. Scelta più che eloquente: il mercato asiatico, di fatto, rappresenta la prima e importante direttrice di espansione al di fuori dei confini italiani.
Il locale vanta 120 coperti e obbedisce alla ormai consueta regola del “squadra che vince non si cambia“. Meaning: si riprende la tessa filosofia che ha accompagnato il primo debutto fiorentino e la si esporta in altri contesti. Si tratta di un omaggio all’Italia degli anni Sessanta e Settanta, l’era de La Dolce Vita di Federico Fellini e anche il periodo d’oro della stessa Loren come diva dello schermo.
Ogni dettaglio, l’avrete intuito, è calibrato sull’identità della nostra protagonista; mentre il menu rimarrà saldo alla più classica tradizione culinaria italiana. “L’apertura del ristorante a Kamakura è frutto di un lavoro svolto su vari piani”, ha spiegato Cimmino. “Non sembri esagerato, ma si è trattato inizialmente di un confronto tra due culture millenarie che, per fortuna, si ammirano e si stimano reciprocamente. Fondere però idee e progetti scaturiti da tradizioni diverse non è stato un lavoro facile”.