L’ultima frontiera della guerra al granchio blu è un muro di ferro nel mare

L'ultima trovata per lottare la voracità del granchio blu? A Porto Tolle è stato installato un muro di reti in ferro.

L’ultima frontiera della guerra al granchio blu è un muro di ferro nel mare

In un certo senso è il trucco più vecchio del mondo – per tenere lontani gli ospiti indesiderati nulla di meglio che costruire un bel muro. Si tratta di una strategia che vedemmo già impiegata in Lombardia per tentare di arginare la peste suina africana e impedire che giungesse agli allevamenti – con scarso successo, bisogna ammettere -; e che ora interessa la Sacca di Scardovari, a Porto Tolle, in provincia di Rovigo: proprio qui, infatti, i pescatori del Consorzio cooperative del Polesine hanno installato in mezzo al mare un muro di reti di ferro per proteggere le vongole dalle incursioni del granchio blu.

Continua la guerra al granchio blu, tra gastronomia e muri di reti

granchio blu

Una battaglia senza esclusione di colpi, quella al granchio blu. Il predatore alieno che da una manciata di mesi a questa parte ha conquistato la fama dei riflettori a causa di un (prevedibile, a onore del vero) boom demografico e di una voracità apparentemente senza fondo rappresenta, come ormai dovreste ben sapere, una minaccia concreta per gli allevamenti di vongole, ostriche e cozze nelle acque della dorsale adriatica (e non solo: diversi esemplari sono stati avvistati anche lungo il Po, vicino a Ferrara).

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Scattano le ostilità, dunque, ché d’altro canto è risaputo che quando in natura non esistono predatori l’uomo sa bene come ristabilire le gerarchie e fare valere il suo podio sulla piramide alimentare. Il granchio blu ce lo mangiamo, in altre parole; ed è diventato una sorta di tormentone facendo anche la sua comparsa (puntualissima) sulla pizza di Gino Sorbillo e nella cucina veneziana di Alessandro Borghese.

Sforzi nobili ma non sempre sufficienti. Da qui l’intraprendenza dei soci del Consorzio cooperative del Polesine, che come accennato in apertura di articolo hanno deciso di combattere il granchio blu installando dei muri di reti in ferro a protezione di quattro porzioni di laguna per un totale di circa venti ettari complessivi.

Al di là delle mura, dove la voracità dei granchi blu non dovrebbe arrivare, i pescatori stanno deponendo il novellame, ossia le vongole neonate che a tempo debito cresceranno per diventare vongole veraci filippine. Una sorta di incubatrice, di recinto dei piccoli, di fortino recintato: stando a quanto lasciato trapelare, i muri di reti in questione sono stati installati grazie a un sistemi di pompaggio per oltre trenta centimetri sotto il fondale della laguna.

Come accennato in apertura non si tratta certo della prima volta che uno stratagemma del genere viene impiegato: a oggi, si stima che il granchio blu abbia ridotto anche di oltre il 90% il prodotto degli allevamenti di molluschi situati nelle lagune del Delta del Po in provincia di Rovigo e Ferrara.