Siccità, rischio chiusura per un terzo delle aziende agricole: l’analisi della Coldiretti

La stretta della siccità rischia di far chiudere circa un terzo delle aziende agricole sul territorio italiano.

Siccità, rischio chiusura per un terzo delle aziende agricole: l’analisi della Coldiretti

Duecentocinquantamila aziende agricole, equivalenti a poco più di un terzo del totale complessivo (34%): questo il numero di imprese che, a oggi, si trovano a operare in una condizione di perdita – condizione dettata dai rigori della siccità e dai rincari determinati dallo scoppio della guerra in Ucraina. È quanto emerso dalla più recente analisi redatta da Coldiretti su base Crea, che di fatto sottolinea come la crisi idrica sia andata a esacerbare le già catastrofiche conseguenze del conflitto in Est Europa, con conseguenti aumenti dei costi di produzione e tagli ai raccolti di innumerevoli colture.

agricoltura piante

Danni che, secondo le ultime stime, ammonterebbero a circa 6 miliardi di euro, equivalenti al 10% del valore complessivo della produzione agricola nazionale: come accennato, infatti, la stretta crudele della siccità sta strozzando una moltitudine di raccolti – dai pomodori fino agli allevamenti di vongole, passando anche per l‘orzo per la produzione di malto da birra, riso e olive – determinando un conseguente aumento dei prezzi al consumo ma, soprattutto, causando una netta diminuzione dei ricavi per gli stessi agricoltori. La situazione non migliora certo nell’ambito della frutta e della verdura: le alte temperature stanno letteralmente bruciando i raccolti portando a tagli che, in certi casi, arrivano perfino a sfiorare il 70%.

“Occorre intervenire nell’immediato con misure di emergenza per salvare i raccolti e il futuro di aziende e stalle in grave difficoltà” ha commentato a tal proposito il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. “La devastante siccità che stiamo affrontando ha evidenziato ancora una volta che l’Italia ha bisogno di nuovi invasi per raccogliere l’acqua a servizio dei cittadini e delle attività economiche, come quella agricola che, in presenza di acqua, potrebbe moltiplicare la capacità produttiva in un momento in cui a causa degli effetti della guerra in Ucraina abbiamo bisogno di tutto il nostro potenziale per garantire cibo ai cittadini e ridurre la dipendenza dall’estero”.