Verona: assessore chiama rider a 50 km dalla città, ma quando arriva in bici denuncia

Andrea Bassi, ex assessore, ha denunciato le condizioni di lavoro dei rider dopo aver appreso che, per consegnare il suo ordine, un ragazzo ha dovuto farsi 50 km in bici.

Verona: assessore chiama rider a 50 km dalla città, ma quando arriva in bici denuncia

Dietro la comodità del delivery si è sempre nascosto un ingombrante problema etico, che potremmo vagamente riassumere con il termine “questione rider”. Stipendi sovente irrisori, condizioni lavorative pessime e pericolose che sovente sfociano in incidenti stradali o pestaggi di gruppo e un potere contrattuale quasi del tutto inesistente. Alcuni Paesi europei si sono già attivati per tutelare i diritti dei centauri delle consegne – pensiamo, ad esempio, al caso della Spagna, dove una legge obbliga le aziende ad assumere i rider come dipendenti e prevede multe salate per chi non collabora -, ma tendenzialmente la categoria è così bistrattata che in molti sono costretti a spendere buona parte della paga per acquistare il mezzo di trasporto da usare sul lavoro. Una situazione complicata, dunque, che di recente è tornata sotto la luce dei riflettori per quanto accaduto a Verona, dove un ex consigliere regionale e assessore ha denunciato le pessime condizioni lavorative degli addetti alla consegna.

Il caso di Andrea Bassi: 50 chilometri in bici per hamburger e patatine

rider

È pieno gennaio, la serata è freddissima – l’ideale per farsi un’allegra scampagnata di una cinquantina di chilometri in bicicletta per consegnare qualche hamburger con delle patatine. Il protagonista della vicenda è un giovane rider, il suo cliente Andrea Bassi, già consigliere regionale della Lega e poi in Fratelli d’Italia, poi dimesso nel 2021 dal suo ruolo di assessore comunale per tornare al suo lavoro.

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Aprendo la porta di casa Bassi si è trovato faccia a faccia con un ragazzo verosimilmente infreddolito, accompagnato da una bicicletta per nulla adatta ad affrontare un viaggio del genere. “Non cado dalle nuvole” ha spiegato l’ex consigliere regionale in un post su Facebook “ma ho toccato con mano quello che accade a questi poveri ragazzi ed è stata la prima volta che ho usato l’applicazione“.

Un amaro scontro con la realtà dei fatti che ha lasciato Bassi del tutto basito. “Ero ignorante, ora ne ho preso consapevolezza” continua il post. “Ci ho pensato tutta la notte. Mi sono chiesto: ma questo povero Cristo ha dovuto patire per portarmi a casa degli hamburger con patatine? Praticamente ha percorso tra andata e ritorno 40 o 50 chilometri. Mi si è raggelato il sangue”.

L’ex consigliere regionale si premura di sottolineare che ha tentato di convincere il rider a prendersi una piccola pausa per riprendersi, ma il ritmo delle consegne non poteva essere interrotto: “Gli ho anche chiesto se volesse salire a scaldarsi un po’ ma mi ha risposo che non aveva tempo, che doveva correre via per altre consegne” spiega ancora Bassi. “Da parte mia posso dire che sebbene non voglia demonizzare il sistema, fino a quando non vedrò un cambiamento, non contribuirò a perpetrare lo sfruttamento“.