I Masanielli vs. Pepe in grani: Campionato della pizza 2017

Campionato della pizza 2017 di Dissapore: con la sfida di oggi iniziano i quarti di finale. Si scontrano due delle migliori pizzerie italiane: Pepe in grani di Caiazzo e I Masanielli di Caserta

I Masanielli vs. Pepe in grani: Campionato della pizza 2017

Il Campionato della Pizza 2017 è una produzione Dissapore con Clai Salumi e Molino Dallagiovanna.

Era l’11 maggio quando Dissapore assecondava la sua passione –anzi la rilanciava– con il Campionato della pizza 2017. Ne avevamo già giocato uno nel 2012, era ora “di riprenderci tutto chell che è ’o nuost” (cit.).

Così abbiamo inserito in un tabellone diviso in due parti 32 pizzerie con i superpoteri, 16 campane (terra d’elezione della pizza) e 16 scelte nel Resto d’Italia.

campionato pizza 2017

Dopo 24 sfide a eliminazione diretta –chi vince passa, chi perde termina il percorso– oggi iniziamo i quarti di finale, ancora 4 match più la sfida secca tra la migliore pizzeria campana e la migliore del Resto d’Italia e “alla fine ne resterà solo una” (aricit.).

Le 8 pizzerie rimaste in gara sono:

Per la CAMPANIA

I Masanielli, Caserta vs. Pepe in Grani, Caiazzo (Ce)

Sorbillo ai Tribunali, Napoli vs. Fratelli Salvo, San Giorgio al Cremano (Na)

Per il RESTO D’ITALIA

Lievità, Milano vs. I Tigli, San Bonifacio (VR)

In Fucina, Roma vs. Pizzeria P. Lissone (Mi).

Okay e adesso che succede?

Va in scena il primo quarto di finale, che oppone due delle migliori pizzerie di sempre, quasi una finale anticipata. Un posto ambizioso in cui è bello sostare, ovvero Pepe in grani, tempio del guru Franco Pepe, contro I Masanielli, la casa di Francesco Martucci, meno attraente ma dove la pizza è libidine e lusso.

Pepe in Grani

Vico S. Giovanni Battista, 3 Caiazzo (CE) – Pagina Facebook

Se le pizze di Franco Pepe a Caiazzo, 30 minuti d’auto dagli sfarzi decadenti della Reggia di Caserta, si pagassero 50 euro l’una, sarebbero comunque giustificate da:

— Costo della materia prima –niente mozzarelle frigidine e pomodorini infradicianti ma anima, succo, vita;

— Impasto fatto a mano nelle caratteristiche madie in legno;

— Sembianze della pizzeria, simile a un ristorante stellato, con ampia carta dei vini, dehors, terrazza panoramica e due camere di design con ogni comfort.

Per tacere della trentina di addetti alle singole componenti della pizza: impasto, stesura, condimento e cottura, con tanto di controllo qualità prima dell’arrivo in tavola (le pizze con una bruciatura di troppo si buttano).

Prenotandolo, è perfino possibile starsene seduti ai tavoli dell’apposito privé ordinando un menu degustazione, amorevolmente assistiti dal giovane sommelier. Privé, menu degustazione, sommelier: se non è civiltà della pizzeria questa, che cosa mai lo è?

pizza margherita, preparazione

E nonostante tutto, nonostante da Pepe in Grani si coltivino i piaceri della pizza elegante, non imbruttitasi nelle pizze gourmet tutte apparenza propinate da certi locali permalosi (che appunto per questo evitiamo di citare), i prezzi sono stupefacenti.

“Margherita” a 5 euro; “Margherita Sbagliata” (la più famosa: impasto e mozzarella in forno, all’uscita condimento con l’azzecatissima riduzione di pomodoro riccio di Caiazzo e di basilico) a 8 euro; “Memento” a 8 euro, “Alletterata” a 10 euro.

pepe in grani, sala, franco pepemenu pepe in grani

Sì, però, diciamola tutta. Siamo vecchi del mestiere eppure poche volte abbiamo sentito qualcuno altrettanto indigesto quando parla di se stesso. Sarà stata la compiacenza eccessiva dei critici o delle gioviali blogger, ma Franco Pepe è il tipo di persona che si prende tremendamente sul serio.

Cosa che non impedisce a Pepe in grani, nel senso della pizzeria, di conservare miracolosamente lo spirito locale e cosmopolita insieme. Quindi è Caiazzo, la Campania, il Sud. Come vorremmo fossero Caiazzo, la Campania e il Sud.

margherita sbagliatamargherita sbagliata franco pepe

Non a caso viene definita la pizzeria “migliore del mondo” da illuminati food writerguide internazionali e locali. Definizione impegnativa, ma ci sentiamo di sottoscrivere il giudizio.

In precedenza:

10 vs. Pepe in grani
Casa Vitiello vs. Pepe in grani

PREGI
> Impasto. Fatto a mano, all’insegna della più completa artigianalità.
> Condimenti. Assemblati con la sensibilità di uno chef.
> Servizio. Ricalca lo stile di un ristorante stellato.

DIFETTI
> Nessuno di rilievo.

VOTO
> 9,0/10

I Masanielli

Viale Abramo Lincoln, 27, Caserta (CE) – Sito ufficiale

Ecco un pizzaiolo, Francesco Martucci. Uno così ci vorrebbe anche a *Pesaro, forse ce la farebbe a risollevare la piccola capitale marchigiana dove invece i pizzaioli non esistono.

Intanto ipnotizza i suoi estimatori applicandosi su ingredienti e ricette locali, cercando di migliorare, alleggerire, ripresentare, con esiti sempre interessanti e a volte straordinari.

La vetta più impervia, l’ottomila della pizza, è la “Riccia di mammà” con scarola riccia messa a crudo, capperi di Salina, olive di Caiazzo, pomodoro del piennolo e burrata di bufala.

Condita con un extra vergine della varietà “dritta” prodotto dall’azienda agricola abruzzese Marina Palusci, “Riccia di mammà” è il nome ufficiale della migliore pizza della nostra vita.

Per inciso: la pizzeria casertana ha una carta degli oli con 13 extra vergine, dal momento che ogni pizza del menu viene condita con un olio diverso.

pizza i masanielli

Nonostante l’ambiente modesto a pochi passi dalla Reggia di Caserta (entro l’anno Martucci aprirà il nuovo locale, 500 metri quadrati moderni e organizzati con 240 metri di cucina, tre forni, affumicatori, abbattitori, e macchinari per la cottura a bassa temperatura), quella del pizzaiolo casertano è una pizzeria sperimentale, perché ogni portata richiede un’attenzione che fatalmente distoglie dal resto.

Sulla “Masanielli” bisogna riflettere, prima di capirne l’astuzia. Ogni centimetro di questo meraviglioso insieme (pomodorini gialli, straccetti di bufalo affumicati, mozzarella di bufala campana Dop e, a crudo, provolone del Monaco) è sotto il controllo di Martucci.

La “Mani di velluto”, con vellutata di broccoli in acqua di ricotta, mozzarella di bufala, salsiccia a punta di coltello di suino nero casertano, spolverata di pecorino stagionato 16 mesi, non richiede alcuna riflessione, è semplicemente una delle pizze più buone degli ultimi anni.

francesco martucci i masanielli pizza

Non ci sono più scuse per i menefreghisti della pizza, vengano a Caserta e si convertano.

Se le migliori pizzerie del casertano si somigliano un po’ tutte –impasto morbido e burroso, cornicione pronunciato, diametro ridotto rispetto alla “ruota di carro” del centro storico napoletano– nessuna somiglia a I Masanielli.

Nessuna mette tanta delicatezza in un impasto, tanta assenza di peso in un cornicione dalle dimensioni maxi con una rete di alveoli che sembra un disegno cubista.

Perché i pizzaioli come Martucci sanno nascere nel posto giusto nel momento giusto.

Quando il mondo è stufo di passato e vuole futuro.

* La città dove vive di solito il vostro cronista.

In precedenza:

I Masanielli vs. Lioniello
I Masanielli vs. Starita a Materdei

PREGI
Impasto. Il migliore di sempre, troppo elastico e morbido per essere vero.
Condimenti. Il menu è un hub della gastronomia campana.

DIFETTI
> Ambiente. Interni modesti, ma è in apertura la nuova, grande e moderna sede.

VOTO
9,5/10

Giudizio Finale

A vincere la sfida, accedendo così alle semifinali del Campionato della Pizza 2017 di Dissapore, è la pizzeria I Masanielli di Caserta.


È possibile scaricare il tabellone in alta risoluzione (formato PDF) a questo indirizzo.

Se non siete d’accordo o volete dire la vostra, fatevi sotto con i commenti. E ricordate che alle 19 ci sarà la votazione dei lettori sulla pagina Facebook di Dissapore.

[Link: Dissapore | Immagini: Rossella Neiadin]