Russia: anche l’ultimo McDonald’s si converte all’insegna russa

Il capitolo McDonald's in Russia sembra essersi finalmente concluso grazie al passaggio di nove altri ristoranti sotto la nuova insegna.

Russia: anche l’ultimo McDonald’s si converte all’insegna russa

Il capitolo McDonald’s in Russia si è ufficialmente concluso. A onore del vero, tuttavia, è stata una storia piuttosto travagliata: ricorderete certamente del gran discutere quando, ad appena una manciata di giorni dell’invasione del territorio ucraino, il colosso del fast food aveva tentennato nell’interrompere le proprie operazioni commerciali nel contesto russo (una mossa che invece era stata prontamente compiuta da altri grandi brand occidentali come Starbucks o Netflix), salvo poi cedere alle pressioni legate alle minacce di boicottaggio chiudendo i suoi 850 punti vendita in Russia e lasciando posto a un eventuale successore. Successore che di recente ha aggiunto al suo portafoglio altri nove ristoranti di ex franchisee del colosso del fast food, che solo negli ultimi giorni ha deciso di “convertirsi” dalla nuova insegna russa.

Da McDonald’s a Vkusno & tochka: un passaggio complicato

McDonald's

I punti vendita di Vkusno & tochka – questo, nel caso in cui ve lo foste dimenticati (e come biasimarvi?) il nome del successore in questione – hanno preso ad aprire verso la metà di giugno, con l’inaugurazione che ha portato a formarsi lunghe code di russi curiosi e golosi. Anche in questo caso, tuttavia, pensare che si sia trattato di un semplice passaggio del testimone, senza controversie extra a rendere più pepato il tutto, significa peccare di ingenuità.

Ad appena una manciata di giorni dall’inizio dell’avventura di Vkusno & tochka, infatti, il brand si è trovato a dover affrontare in tribunale la catena attiva nel settore della ristorazione pubblica  Yeda-i tochka, che pretendeva a gran voce un cambiamento di nome. Il punto di vista dei legali di Yeda-i tochka era decisamente comprensibile: i nomi erano innegabilmente simili e si rivolgevano a un pubblico che, con ogni probabilità, era in gran parte lo stesso. Poi si è palesata la necessità di “reinventarsi” l’Happy Meal poiché, naturalmente, questo era un marchio registrato e dunque formalmente inutilizzabile. La soluzione, in quel caso, fu il brevettare un insospettabile “Kids Combo”.

In altre parole il problema con l’ex franchisee a cui abbiamo accennato non è che un tassello in un più ampio mosaico di incidenti di percorso e controversie: i nove ristoranti in questione hanno continuato a operare per mesi in maniera autonoma, andando a coprire gli iconici archi dorati in modo che non fossero visibili al pubblico. L’intera vicenda, naturalmente, ha causato un gran mal di pancia al capo di Vkusno & tochka, Oleg Paroev.

Anche questo cavillo, tuttavia, è stato messo in ordine: “Ora abbiamo firmato accordi con tutti i nostri partner in franchising” ha commentato a tal proposito Karina Pogosova, vicepresidente senior per lo sviluppo e il franchising di Vkusno & tochka. “Intendiamo instaurare un rapporto di collaborazione efficace che porti la nostra attività a espandersi”. Staremo a vedere.