Non sorprende che l’origine del cocktail sia incerta. Alcuni dicono che il primo sia stato un drink al rum medicinale prodotto dall’esploratore britannico Francis Drake nel 1500 mentre altri suggeriscono che il Sazerac, creato da un mercante di New Orleans nel 1850. Indipendentemente da quale sia stato il primo ufficiale, i cocktail si sono evoluti fino a includere bevande alcoliche di ogni genere che vanno dal popolarissimo Spritz ai deliziosi Manhattans e Daiquiri. Anche la cultura del cocktail si è espansa: da quelli semplici e famosi, i baristi sono divenuti creativi come gli chef, mostrando la stessa dedizione all’uso di ingredienti di qualità e spingendo i confini del gusto.
Gli alcolici sono la base dei cocktail, ma sono molto popolari anche quelli analcolici. A base di gin, vodka, tequila, whisky scozzese e molto altro.
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È tempo di sdoganare gli amari, alcolici di tutto rispetto, non più relegati al ruolo di sturalavandini o ammazzacaffè. Dai calendari per camionisti stanno passando alle riviste di lifestyle, mentre i barman internazionali li usano finalmente nei loro cocktail: Ecco qualche ricetta per farli in casa
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In Europa e negli Stati Uniti si sta diffondendo la moda dei cockatil vintage, fatti cioè con i liquori degli anni in cui sono nati o hanno avuto il maggiore successo. Questa fa lievitare i prezzi, che vanno dai 200 euro per un Negroni fino a 3000 dollari per un fantastico Sidecar
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Anche nel 2017 il bartender che ha vinto la World Class Competition, che assegna il titolo di bartender migliore del mondo, è una donna, la giovane canadese Kaitlyn Stewart