Influenza aviaria: segnalato caso in un allevamento di polli in Estonia

Anche l'Estonia ha segnalato un caso di influenza aviaria da ceppo molto patogeno del virus H5N1: è stato colpito un allevamento di polli.

Influenza aviaria: segnalato caso in un allevamento di polli in Estonia

Torniamo a parlare di influenza aviaria perché arriva la segnalazione di un caso da ceppo molto patogeno del virus H5N1 in un allevamento di polli in Estonia. Sarebbe stata colpita una fattoria nella zona settentrionale del paese, secondo quanto riferito dall’Organizzazione Mondiale per la Salute Umana (quella con acronimo WOAH e sede a Parigi).

L’influenza aviaria arriva anche in Estonia

oche

Scendendo più nei dettagli, l’allevamento di polli in questione sorge a Urge, una piccola cittadina della contea di Rapla. L’allevamento ospitava 161 uccelli, fra cui galline ovaiole, anatre, oche, piccioni e pavoni.

Lo scorso 15 febbraio, una gallina ovaiola è morta all’improvviso. Visto il periodo, la carcassa è stata subito inviata al laboratorio. Solo che entro un paio di giorni dalla morte del primo volatile, ecco che nell’allevamento sono decedute altre 16 galline ovaiole. Entro il 2 marzo, poi ai decessi si erano aggiunte anche tre oche, tre pavoni e un’anatra. Vista la situazione, è stato così disposto l’abbattimento degli altri uccelli rimanenti.

Influenza aviaria, Unaitalia assicura: “Non ci sono focolai in Italia” Influenza aviaria, Unaitalia assicura: “Non ci sono focolai in Italia”

Anche se qui in Italia si continua a parlare pochissimo di influenza aviaria (e questo nonostante alcuni gabbiani trovati morti sulle rive del Garda siano risultati positivi al virus), intanto il virus continua a diffondersi in tutto il mondo. Dall’inizio dello scorso anno si stima che siano morti più di 200 milioni di animali, soprattutto pollame. Questa moria desta preoccupazione in quanto mette a serio rischio l’approvvigionamento di carne di pollo e uova, beni essenziali, con conseguenti aumenti dei prezzi dei prodotti alimentari.

Per tacere, poi, della preoccupazione relativa al rischio di trasmissione all’uomo. Nonostante le rassicurazioni, infatti, in Cambogia sono stati confermati due casi nella stessa famiglia, con una bambina di 11 anni che la scorsa settimana è morta di influenza aviaria. Proprio in Cambogia, a causa della morte della bambina, il governo ha cominciato a testare la popolazione.

Intanto l’Argentina, sempre a causa dell’influenza aviaria, ha appena disposto lo stop all’export dei prodotti avicoli, mentre in Perù il virus ha ucciso centinaia di leoni marini.

Anche in Scozia diverse foche sono morte a causa del virus, ma segnalazioni di animali morti (sia volatili che mammiferi) arrivano un po’ dappertutto: dalla California, dall’Uruguay, dal Nepal, dalla Slovacchia, dall’Ecuador (anche qui è stata colpita una bambina di 9 anni), dalla Bulgaria, dal Giappone, dalla Repubblica Ceca, da Panama, dal Niger, dalle Galapagos, da Taiwan, mentre siamo tutti a conoscenza dei danni fatti agli allevamenti negli stati Uniti, nel Regno Unito e in Francia.